
Darya Trepova, la donna sospettata di aver compiuto l’attentato allo Street Bar di San Pietroburgo, è stata fermata dai servizi di sicurezza russi.
Nell’attacco ha perso la vita il blogger militare russo Vladlen Tatarsky, il cui vero nome era Maxim Fomin. Le autorità hanno diffuso un video di circa un minuto estratto dall’interrogatorio della giovane: “Ho portato una statuetta lì dentro, che è esplosa”, dichiara nel frame.
Le parole di Trepova nel video diffuso dalle autorità
Trepova appare in camicia bianca, capelli più corti rispetto alle immagini delle telecamere di videosorveglianza. Sempre nel video, risponde alla domanda perché sia stata arrestata: “Arrestata, direi, per essere stata sulla scena dell’omicidio di Vladlen Tararsky”. E a chi le chiede chi le abbia dato la statuetta, risponde: “Posso parlartene più tardi”.
Darya Trepova ha 26 anni, ed era stata inserita nella lista dei ricercati del Ministero degli Interni russo. I servizi di sicurezza hanno perquisito la sua casa e hanno portato la madre e la sorella negli uffici interrogativi. Secondo Interfax, non sono state arrestate, ma “sono state interrogate e in base a questo verrà presa una decisione sul loro status procedurale”.
Il marito: “Darya non potrebbe uccidere qualcuno”
Secondo il marito Dmitry Rylov, Trepova è stata incastrata. L’uomo non si trova in Russia ed è stato intervistato dalla testata indipendente russa The Insider: “Daria ha detto di essere stata incastrata e io sono completamente d’accordo: nessuno se lo aspettava. Per quanto ne so, era necessario consegnare questa statuetta in cui c’era qualcosa… ne abbiamo parlato almeno due volte. In linea di principio, Darya non è il tipo di persona che potrebbe uccidere qualcuno”.
Il Comitato nazionale antiterrorismo russo ha scritto un comunicato: “È stato stabilito che l’attacco terroristico al giornalista Vladlen Tatarsky, commesso a San Pietroburgo il 2 aprile, è stato pianificato dai servizi di sicurezza ucraini e ha coinvolto agenti che collaborano con la cosiddetta Fondazione anticorruzione di Navalny, la cui detenuta Trepova è un’attiva sostenitrice”.
Forse non sapeva che la statuina contenesse esplosivo
Un’altra ipotesi al vaglio è che la donna non fosse a conoscenza del contenuto della statuetta: “Forse non immaginava che la statuina contenesse un esplosivo”, dal momento che la donna aveva avuto contatti precedenti con Tatarsky ed aveva partecipato ad altri suoi eventi.
La versione della stampa indipendente
Dalla stampa indipendente russa però, arriva un’altra versione della vicenda. Secondo il sito Meduza, “tutto ciò che sta accadento suggerisce che in realtà sono stati gli stessi agenti dell’FSB a eliminare questo propagandista. Lo fanno dal 2014: si avvelenano e si uccidono a destra e a manca, si spartiscono il mercato. Solo che in molti casi non sono stati resi pubblici. E in questo momento è molto conveniente per loro attribuire a noi tutto questo. Non solo hanno bisogno di un nemico esterno come l’Ucraina, ma anche di interno come il team Navalny”, ha spiegato Ivan Zhdanov, capo della Fondazione.
Il bilancio dei feriti
Intanto i feriti dell’attentato sono 32, mentre solo il blogger è rimasto vittima. Dieci persone sono gravemente ferite, altre 16 tra cui una ragazza di 14 anni, mostrano uno stato di moderata gravità. Sono i dati del Ministero della Sanità che aggiunge anche che altre 5 persone sono rimaste lievemente ferite. Una donna ha rifiutato il ricovero.