Famoso campione schiavo della depressione: la drammatica rivelazione che fa capire tutto

Un grande campione italiano parla della lotta contro la depressione. Ecco il suo racconto dopo aver vissuto un inferno interiore.

Nel mondo dello sport, dove il trionfo è spesso celebrato e l’eroismo atletico è incensato, c’è un nemico silenzioso che colpisce molti, ma di cui si parla ancora troppo poco: la depressione degli sportivi. Dietro le luci dei riflettori e l’applauso del pubblico, si cela una realtà oscura che coinvolge atleti di ogni livello e disciplina. Oggi arriva la rivelazione di un grande campione italiano.

Il campione parla della sua depressione
La depressione tra gli sportivi è molto diffusa – (inews24.it)

La depressione negli sportivi è un fenomeno complesso e multiforme, influenzato da molteplici fattori. La pressione costante per ottenere prestazioni eccezionali, le aspettative elevate, il confronto con gli altri atleti e la paura del fallimento sono solo alcune delle sfide che gli sportivi devono affrontare quotidianamente. Questo ambiente altamente competitivo può creare un terreno fertile per lo sviluppo della depressione e di altri disturbi mentali.

Recenti studi hanno evidenziato che gli atleti sono soggetti a un rischio maggiore di depressione rispetto alla popolazione generale. Un’indagine condotta dall’Associazione Mondiale di Psichiatria dello Sport ha rilevato che fino al 35% degli sportivi di élite ha sperimentato sintomi depressivi durante la carriera. Tuttavia, non sono solo gli atleti professionisti ad essere vulnerabili; anche coloro che praticano lo sport a livello amatoriale possono essere colpiti dalla depressione.

La natura dell’allenamento sportivo può esacerbare i sintomi della patologia. Gli atleti spesso si impegnano in sessioni estenuanti e regimi dietetici rigorosi, che possono avere un impatto negativo sulla loro salute mentale. Inoltre, la struttura della vita degli sportivi, caratterizzata da una routine rigida e da periodi di transizione stressanti, come il ritiro dall’attività agonistica, può aumentare il rischio di depressione.

Depressione, un nemico invisibile: il racconto del campione

È recentemente ritornato alla vittoria, imponendosi al torneo di Marrakech e ritornando tra i primi 100 tennisti del mondo. Parliamo di Matteo Berrettini, che in un’intervista ha aperto il suo cuore per condividere una parte intima della sua vita: la lotta contro la depressione.

Matteo Berrettini racconta della sua esperienza con la depressione
Il tennista Matteo Berrettini ha parlato a cuore aperto della sua lotta contro la depressione (Foto Ansa – inews24.it)

Dopo un ennesimo infortunio agli US Open, il tennista si è trovato di fronte ad un avversario spietato, che non era sulla rete opposta, ma si annidava dentro di lui. I giorni successivi sono stati tra i più difficili della sua vita, ricorda Berrettini. Il suo serbatoio emotivo si era completamente svuotato e ogni mattina lottava per trovare la forza di alzarsi dal letto.

“Ad un certo punto ho detto: adesso faccio solo le cose che mi va di fare. Ho dovuto prendermi cura di me stesso”, ha confessato. Queste parole riflettono il profondo punto di svolta che ha vissuto, quando ha deciso di porre la sua salute mentale al primo posto. Tuttavia, grazie alla passione per il tennis, Berrettini ha trovato una via d’uscita dal buio.

La gioia e l’entusiasmo che il gioco gli ha sempre regalato sono diventati il suo baluardo contro la depressione. Attraverso un intenso lavoro su se stesso, il campione ha ritrovato la forza di affrontare le avversità con un nuovo spirito. La sua esperienza di lotta e resilienza è stata recentemente condivisa nella prima puntata di “Zeta”, la nuova serie originale di Red Bull.

Berrettini ha parlato apertamente dei momenti bui che ha vissuto, ma ha anche espresso ottimismo per il futuro. “Tutto questo lavoro che ho fatto su me stesso mi dà la forza di dire che sicuramente ci saranno momenti difficili, momenti tristi, – ha dichiarato l’azzurro – però ripartire con un’energia migliore rispetto al passato e ritrovare gioia ed eccitazione per un evento che sta arrivando e non il terrore di dire: adesso succederà qualcosa”.

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