
La comunità di Crotone ha accolto con grande affetto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendo verità e giustizia per le vittime del naufragio avvenuto domenica mattina nelle acque antistanti Steccato di Cutro.
Il Capo dello Stato si è inchinato davanti alle bare nella camera ardente e si è recato all’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, dove sono ricoverati i migranti sopravvissuti, compresi i bambini.
I cittadini a Mattarella: “Presidente, non ci abbandoni”
“Presidente, non ci abbandoni”, si sentiva urlare dalla folla all’uscita di Mattarella dal nosocomio, che chiedeva verità e giustizia per le vittime della tragedia.
Anche Elly Schlein in visita a Crotone
Oggi è attesa al Palamilone anche la neosegretaria del Pd Elly Schlein, insieme con una delegazione di parlamentari Dem. “Non rilascerà dichiarazioni alla stampa”, ha comunicato il Partito democratico in una nota.
Naufragio Crotone: l’inchiesta
Intanto continuano le indagini sul naufragio, aperte nei giorni scorsi dalla Procura di Crotone. Uno dei punti fermi della vicenda è che la tragedia poteva essere evitata con un intervento tempestivo, mentre i tre presunti scafisti, tra cui un minorenne, sono finiti in manette.
Scaricabarile tra Frontex e Guardia Costiera
Ed è proprio su questo che è in corso uno scambio di accuse tra Frontex e la Guardia Costiera.
Stando alle ricostruzioni emerse, riportate dal Corriere della Sera, la sera prima del naufragio, intorno alle 23.03, un aereo Frontex aveva segnalato la barca dei migranti che procedeva a una velocità di 6 nodi a 38 miglia a Sud est di Capo Rizzuto con una persona visibile in coperta e che non sembrava ci fossero pericoli. Lo scrive la Guardia Costiera in una nota ufficiale alla Procura, riportata dal Corriere della Sera.
Frontex quindi, non avrebbe lanciato nessuna richiesta di soccorso. Ma ha specificato di aver informato dell’avvistamento il Centro di coordinamento internazionale e le altre autorità italiane competenti, fornendo la posizione dell’imbarcazione, la rotta e la velocità. A quel punto quindi, sarebbe stato compito delle autorità competenti intervenire.
Naufragio Crotone: la comunicazione tra Guardia di Finanza e l’Autorità marittima
Dopo la comunicazione di Frontex, due mezzi della Guardia di Finanza sono partiti tra le 2.20 e le 2.30 per intercettare il barcone. Alle 3.40 la Guardia di Finanza, stando alla ricostruzione acquisita dai magistrati, la Sala Operativa del Comando Provinciale delle Fiamme Gialle di Vibo Valentia ha comunicato all’Autorità Marittima di Reggio Calabria che i due mezzi sono stati costretti a tornare indietro a causa delle condizioni del mare.
Gli operatori della sala avrebbero anche chiesto all’Autorità marittima di intervenire con le proprie navi senza ricevere riscontro. Ma nel rapporto della Guardia Costiera, come scrive il Corriere della Sera, è contenuto altro.
La relazione della Guardia Costiera dice che alle 3.48, la Guardia di Finanza di Vibo Valentia ha informato: “I mezzi stavano tornando indietro per le condizioni avverse del tempo. Ci hanno chiesto se avevamo unità operative in zona, noi abbiamo risposto che al momento non ne avevamo in attività operativa ma che le avremmo impiegate se ci avessero chiesto soccorso”.
Sempre la Guardia Costiera specifica che nel contatto con le Fiamme Gialle di Vibo Valentia delle 3.48, si avrebbero concordato l’assenza di elementi di criticità per intervenire.
L’individuazione del target
Un altro punto da chiarire è l’individuazione del barcone, denominato target. La Guardia di Finanza scrive che alle 3.50 la Sala operativa di Vibo Valentia, mediante la postazione della rete radar costiera, “acquisiva un target verosimilmente riconducibile alla segnalazione Frontex”.
Ma pare che in quel contatto tra Capitaneria e Finanza il target era stato escluso. “Va precisato che in quel momento (alle ore 3.48 appunto) le imbarcazioni della Gdf non battevano nulla al radar”, scrivono le Fiamme Gialle.
A quell’ora comunque, era troppo tardi intervenire perché mancava poco allo schianto. Anche se in quel momento nessuno poteva saperlo.
Naufragio Crotone: cosa è successo prima della tragedia?
C’è un ulteriore punto da chiarire e riguarda le ore precedenti la tragedia. 23 ore prima che il barcone si schiantasse sulla secca, il Coordinamento Sar invia una nota per un Mayday avuto via radio.
Il Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo Roma lo invia a tutte le unità navali nel mar Jonio alle 5.57 (ora italiana) di sabato 25 febbraio. La nota segnala la possibile presenza dell’imbarcazione in difficoltà nel Mar Jonio, ma è generica e non specifica coordinate o comunque non dà la certezza che il natante ci sia davvero. Non si sa quindi, se la segnalazione del Coordinamento Sar di stare attenti, riguardasse la nave che poi è naufragata. Comunque resta un ulteriore dubbio su chi abbia lanciato il Mayday.