
Una riforma che è tutta in una parola e un numero: Quota 103. La legge di Bilancio 2023 ha messo nero su bianco il progetto sulle pensioni che cambierà la vita a molti italiani nel presente ma soprattutto nel futuro.
Il tempo di avere tutte le carte in mano e l’Inps ha pubblicato subito una serie di risposte. Sono destinato a fornire alcuni chiarimenti in particolare a chi invece si è affacciato da poco nel mondo del lavoro oppure è a metà del viaggio, per avere un orizzonte temporale certo
L’obiettivo chiaro è quello di “pensionare” la legge Fornero del 2011 modificando i requisiti minimo per poter staccare. La quota quindi rappresenta la somma rappresentata da 62 anni di età e 41 anni di contributi che però dovranno essere maturati entro il 31 dicembre 2023. Inoltre il tetto massimo dell’importo lordo non deve potrà essere superiore a cinque volte il trattamento minimo, quindi 2.818,65 euro lordi al mese.
L’Inps ha anche chiarito che chiunque abbia maturato i requisiti necessari per Quota 103 entro il 31 dicembre 2022, potrà accedere alla pensione nella prima finestra utile. Stiamo parlando del primo aprile per i lavoratori privati e del primo agosto per quelli pubblici.
Invece dal 2023 i lavoratori potranno staccare tre mesi dopo aver maturato i requisiti (se lavoratori privati) e sei mesi dopo se pubblici. Invece quelli che, pur avendo maturato l’età giusta, continueranno a lavorare riceveranno in busta paga una somma pari alla contribuzione normalmente a carico del lavoratore, che è pari al 9,19%).
Pensioni e Quota 103, i calcoli delle età per tre fasce di età: i ventenni tremano
Ma il capitolo più delicato è quello delicato invece a chi non è assolutamente vicino alla pensione e quindi vede Quota 103 come un miraggio. L’Inps ha fatto tre esempi concreti per spiegare quello che succederà in futuro.
Partiamo da chi oggi ha fra 20 e 30 anni. Un neo laureato di 24-25 anni, entrato subito nel mondo del lavoro, potrà pensare di andare in pensione anticipata 70 anni avendo però accumulato senza interruzione contributi per almeno 46 anni e 4 mesi. La pensione di vecchiaia arriverà a 70 anni e sei mesi, con più di 20 anni di contributi).
Quelli che invece oggi hanno tra i 30 e i 40 anni saranno leggermente più avvantaggiati. Potranno lasciare il lavoro a 70 anni ma solo con 20 anni di contributi, mentre per la pensione anticipata serviranno 45 anni di contributi versati senza limiti di età.
Infine chi è tra 40 e 50 anni, controllando il simulatore dell’Inps, se ha iniziato attorno ai 25 anni potrà andare in pensione anticipata a 66 anni e 4 mesi, con 20 anni di contributi effettivi. La pensione di vecchiaia, invece, a 69 anni e 6 mesi di età sempre 20 anni di contributi.