
Marco Scurria, senatore di Fratelli d’Italia, segretario della Commissione Politiche dell’Unione europea, ai microfoni di iNews24.
La Commissione europea ha accettato le richieste di modifica del Pnrr presentate da Lussemburgo e ha avviato una valutazione su quelle della Germania. La notizia fa sperare che anche eventuali modifiche da parte del governo italiano possano essere prese in considerazione. Cosa, secondo lei, andrebbe cambiato?
“Sicuramente va cambiata parte delle finalità. Il Pnrr era nato per far fronte a quello che l’emergenza sanitaria aveva determinato in Italia e in Europa. Oggi quell’emergenza sicuramente c’è ancora, ma siamo anche vittime delle conseguenze della guerra in Ucraina e della speculazione energetica. Vanno indirizzati nuovi aiuti su questo aspetto, per sostenere imprese e famiglie, piuttosto che su quello targettizzato a due anni fa”;
Le modifiche approvate per il Pnrr del Lussemburgo sono minime. Quali sarebbero quelle dell’Italia?
“Le modifiche sono minime anche perché c’è una tempistica per rimodulare il Piano che è fondamentale. Noi diciamo che occorre una revisione, quello che ci interessa è che l’Ue sia presente, attraverso uno stanziamento di fondi, per le necessità che oggi esistono e che non solo quelle di due anni fa. Sicuramente le modifiche chieste da Lussemburgo e Germania sono minime, ma è un primo ragionamento: si possono mettere in piedi processi di modifica e revisione, come tra l’altro lo stesso Pnrr prevede nell’attuale articolazione”;
Si va verso un decreto legge per accelerare il Piano di ripresa e resilienza. C’è il rischio non non avere la seconda parte dei finanziamenti?
“No. Anche perché il governo agirebbe per decreto proprio per accelerare i tempi. Non sono in discussione risorse già previste. Si tratta di un tema nostro su come accelerare i processi di finanziamento delle opere previste. Come sappiamo, l’Italia avrebbe bisogno di una revisione del codice degli appalti e delle procedure amministrative che molte volte rendono lentissima l’aggiudicazione dei finanziamenti esistenti. Del resto, il nuovo governo si è insediato due mesi fa e se ci sono stati dei ritardi di certo non sono imputabili a questo governo. Ci si chiede cosa abbia davvero fatto questa mitica cabina di regia che era stata impostata a Palazzo Chigi e che doveva scendere nei vari ministeri, visto che effettivamente i ritardi del Pnrr sono riscontrabili”;
A tal proposito, la premier Meloni ha intenzione di cambiare i tecnici che seguono il Recovery Plan…
“Noi siamo persone forse troppo pratiche. Se ci sono obiettivi che rischiano di non essere raggiunti, evidentemente c’è stato qualcosa che non ha funzionato. Quindi mi sembra naturale che il presidente del Consiglio, allarmato e preoccupato per questa situazione, prenda dei provvedimenti, tra cui a che vedere se ci sono persone che hanno la capacità di raggiungere meglio questi obiettivi. Le persone che sono state lì fino ad ora si sono sicuramente scontrate con la macchina dello Stato che non aiuta alla velocizzazione di determinate opere, però sta di fatto che in alcuni settori i risultati latitano, quindi è giusto prendere provvedimenti altrimenti si rischia di far naufragare il Piano”;
Nello specifico, quali sono adesso i bisogni dell’Italia?
“Il primo bisogno è un tetto al prezzo del gas e non subire più la speculazione a livello energetico. In questo momento ci serve mettere in sicurezza tutto ciò che è determinato da speculazione e guerra in Ucraina, cioè l’incapacità di vivere tranquillamente per i costi dell’energia”;
La premier Giorgia Meloni questa mattina, durante le comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo, ha definito “insoddisfacente” la risposta Ue dal punto di vista delle politiche energetiche.
“C’è sicuramente la necessità di avere un price cap e anche un aiuto sull’approvvigionamento differenziato come sta facendo l’Italia. Un conto è farlo con 27 Paesi che trattano i prezzi con i fornitori, un altro è che un solo Paese lo faccia. Dopodiché c’è il tema delle energie rinnovabili. L’Ue può aiutare i Paesi a dare il via con un intervento maggiore a sviluppare le risorse rinnovabili. Il nostro Paese da questo punto di vista potrebbe aiutare molto”.