Scandalo Apple, l’azienda spia i suoi clienti: è bufera negli USA

Una grande bufera si sta abbattendo sulla milionaria azienda statunitense: Apple spia i suoi clienti ed è scandalo

La multinazionale statunitense rischia grosso e non sarebbe la prima volta. A mettere nei guai l’intera azienda è uno sviluppatore e ricercatore che ha sganciato la bomba: lo scandalo ha già invaso gli USA.

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Lo sviluppatore e ricercatore di sicurezza Tommy Mysk ha scoperto una falla nel sistema Apple. L’azienda di Cupertino potrebbe seriamente finire nei guai, e non solo da un punto di vista economico, ma molto di più. Stando a quanto rivelato dall’esperto, infatti, all’interno dei sistemi ci sarebbe una grave violazione della privacy che colpisce tutti i clienti della multinazionale statunitense.

Stando a quanto scoperto da Mysk, infatti, sembrerebbe che rifiutare di condividere i dati d’analisi con Apple non servirebbe a nulla: le informazioni arriveranno comunque verso i server dell’azienda. I dati che arrivano alla sede di Cupertino, tra l’altro, non sono esclusivamente indirizzati per personalizzare le pubblicità, ma a qualcosa di molto più riservato. Questo tipo di violazione può compromettere la credibilità dell’azienda stessa, non solo da un punto di vista economico, ma ci saranno una serie di conseguenze davvero rischiose.

Apple spia i suoi utenti senza il loro consenso: è bufera

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(@Pixabay)

Tommy Mysk ha dato anche una spiegazione su come Apple riesce a spiare i suoi utenti: tutto deriva all’App Store tramite cui l’iPhone -o tutti i dispositivi che ne dispongono- da iOs 14.6 in poi, riuscirebbe ad osservare ogni cosa che fa l’utente. I dati rilevati, poi, di cui si tiene traccia, vengono inviati successivamente all’azienda. Nel resoconto è presente tutto un elenco di azioni che ogni singolo utente fa: come si arriva a scaricare una specifica app, gli annunci visti, quelli cui siamo più o meno interessati e quanto tempo spendiamo su una determinata schermata.

Ancor più grave è la modalità in cui questi dati vengono inviati. Per assicurarsi che quanto raccolto appartenga ad un singolo utente, le analisi fatte vengono spedite con in allegato il nostro codice ID di modo che si possa identificare in modo univoco l’utente. Quanto scoperto da Tommy Mysk sta facendo veramente tremare le sedie dell’azienda statunitense.