Migranti: l’Italia cerca asse con Malta, Cipro e Grecia. Germania: “Le Ong meritano riconoscenza”

A fine novembre l'Ue ha convocato un vertice dei ministri dell'Interno sui migranti.

Giorgia Meloni - Foto di Ansa Foto
Giorgia Meloni – Foto di Ansa Foto

Dopo lo scontro diplomatico con Parigi per la vicenda della nave Ocean Viking, l’Italia cerca nuovi accordi per la gestione dei migranti.

Nei giorni scorsi, con una dichiarazione congiunta firmata con Malta, Cipro e Grecia, Paesi di primo ingresso nel Mediterraneo, ha definito “increscioso e deludente” il mancato rispetto della ricollocazione dei migranti.

Nella nota si legge: “Purtroppo il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari”. Il meccanismo, si legge ancora nella nota, si è rivelato “lento” per alleviare la pressione sui Paesi “di prima linea”. 

Berlino: “Impegno Ong merito appoggio e riconoscenza”

La posizione dell’Italia non trova l’appoggio della Spagna, ma Roma ha dalla sua parte la Germania. Viktor Ebling, ambasciatore tedesco in Italia, ha dichiarato su Twitter: “Nel 2022 sono già oltre 1300 le persone morte o disperse nel Mediterraneo. Un 12% dei sopravvissuti sono stati salvati dalle Ong. Loro salvano vite laddove l’aiuto da parte dei Paesi manca. Il loro impegno umanitario merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio”. 

Madrid: “Italia non rispetta gli obblighi marittimi”

A fine novembre l’Ue ha convocato un vertice dei ministri dell’Interno sui migranti. “La Spagna non può sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi internazionali e salvano vite con risorse pubbliche”. Così il portavoce del ministro spagnolo dell’Interno, interpellato dall’Ansa.

Nella nota congiunta, Italia, Malta, Cipro e Grecia invitano le Ong a “rispettare” la “cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue”. 

Ogni Stato – si legge ancora – deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera”. I quattro firmatari inoltre, ritengono che sia “urgente e necessaria” una discussione sul coordinamento delle Ong nel rispetto delle convenzioni internazionali: “Tutti gli Stati di bandiera assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali”. 

Intanto in Italia proseguono gli sbarchi e il governo si appresta a mettere in campo nuovi provvedimenti che prevedono una stretta alle Ong e i ricollocamenti.