Shinzo Abe è morto. L’ex premier giapponese è stato colpito con due proiettili sparati da un’arma rudimentale. Raggiunto dai colpi alla schiena e al collo, Abe è deceduto in ospedale per arresto cardio-circolatorio. L’ex premier nipponico aveva 67 anni ed è stato sparato durante un comizio in strada nella città di Nara.

A impugnare l’arma il 42enne Testsuya Yamagami, un ex militare membro della marina e delle forze di autodifesa giapponesi: la Jietai, Japan Self-Defense Forces. Yamagami è stato bloccato e arrestato subito dopo aver sparato ad Abe. La prontezza dell’arresto non ha però salvato la vita ad Abe, morto nella clinica universitaria di Nara, dove è stato trasportato d’urgenza pochi minuti dopo l’attentato. L’ex primo ministro era giunto, però, già in fase di arresto cardio-respiratorio. “Nessun segno vitale”, hanno riferito fonti vicine ad Abe nei minuti immediatamente seguenti l’attentato. Abe non ha difatti mai ripreso conoscenza.

Abe era impegnato in un discorso a sostegno del candidato del partito liberal-democratico, in vista delle elezioni per la Camera Alta Giapponese, previste per domenica 10 luglio. Dopo pochi minuti, l’ex premier è stato colpito alle spalle da due colpi esplosi a distanza ravvicinata da parte di Yamagami. Nonostante i tentativi dei medici di salvarlo, Abe è deceduto dopo quattro ore dall’attentato, mentre era disteso su un lettino operatorio della clinica universitaria di Nara.

Da chiarire ora i motivi che hanno spinto Yamagami ad attuare il folle gesto. Le uniche parole che finora sono trapelate sono: “Ero insoddisfatto”, esprimendo insoddisfazione per le politiche portate avanti dal governo di Abe a suo tempo. La scena dell’attentato è stata ripresa da alcuni smartphone, soprattutto dopo il momento degli spari. Quattro agenti si sono fiondati su Yamagami, bloccandolo sull’asfalto. Gesto che però, come detto, non è servito a salvare la vita all’ex premier.