Costa Concordia 10 anni dopo: quell’inchino è costato 32 morti

Costa Concordia 10 anni dopo: quell’inchino è costato 32 morti. Storia di una tragedia evitabile, di un processo e di un dramma ancora attuale

Tutto è cominciato con un un inchino, pratica consueta nella forma ma non nella sostanza. La Costa Concordia, quella sera del 13 gennaio 2012, era salpata dal porto di Civitavecchia e stava viaggiando verso Savona, ultima tappa di quella crociera. A bordo, quasi 4.300 persone tra passeggeri (2.316 in tutto) e membri dell’equipaggio.

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Arrivata davanti alle coste dell’Isola del Giglio, la manovra per omaggiare la mamma del maitre, sulla carta senza nessun rischio. E invece, alle  21.45 del 13 gennaio 2012 l’urto contro un gruppo di scogli e una falla di 70 metri che ha provocato il disastro. Troppo vicina, quella città galleggiante, alla costa: era arrivata a meno di 200 metri per una manovra errata del timoniere che non aveva ben compreso l’ordine.

In poco, il blackout e il panico che hanno bloccato tuto e tutti, anche quelli che invece avrebbero dovuto prendere le decisioni necessarie per mettere in salvo tutti. Il comandante, Francesco Schettino, impiegò quasi 15 minuti per chiamare il capo dell’unità di crisi della flotta di Costa Crociere. E poco dopo è partita la chiamata alla Capitaneria di Porto.

Ma la situazione è precipitata in fretta e la richiesta di soccorso alla Capitaneria di Porto di Livorno è stata tardiva, senza menzionare subito l’allagamento. Il resto è storia, comprese le parole dell’allora capitano di fregata Gregorio De Falco che coordinava i soccorsi e ordinava a Schettino, scappato fra i primi sugli scogli del Giglio di fare rientro sulla nave.

(ANSA)

Costa Concordia 10 anni dopo: il ricordo dei 32 morti e la condanna di Francesco Schettino

Cosa resta oggi di quella tragedia? Soprattutto i 32 morti a cominciare dalla più piccola, Dayana Arlotti che aveva solo 5 anni ed era in vacanza con suo padre Williams. Con loro anche Giuseppe Girolamo, Maria D’Introno, Giovanni Masia, Elisabeth Bauer, Michael Blemand, Tomás Alberto Costilla Mendoza,  Sándor Fehér, Horst Galle, Christina Mathilde Ganz, Norbert Josef Ganz. E ancora, Jeanne Yvonne Gregoire, Pierre André Émile Gregoire, Gabriele Maria Grube, Guillermo Gual Buades, Barbara Ann Heil, Siglinde Stumpf, Maria Grazia Trecarichi, Luisa Antonia Virzì, Brunhild Werp, Josef Werp, Gerald Frank Heil, Egon Martin Hoer, Mylene Lisiane Marie Théreèse Litzler, Jean Pierre Micheaud, Margarethe Neth, Russel Terence Rebello, Inge Schall, Johanna Margrit Schroeter, Francis Servel, Erika Fani Soria Molina.

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La Costa Concordia solo due anni dopo è stata scortata al porto di Genova e smontata recuperando alcune delle sue parti e rottamando le altre. E Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo, lesioni colpose plurime, abbandono della nave e false comunicazioni. A maggio di quest’anno potrà chiedere misure alternative alla prigione, dopo aver scontato un terzo della pena.

Francesco Schettino (ANSA)

Dal 2015 l’Isola del Giglio rende omaggio ufficialmente ogni anni, in occasione della tragedia, ai morti. E quest’anno sono tornati in molti dei sopravvissuti. Come Ester Percossi che in un video postato da Repubblica.it racconta le sue emozioni: “Un tuffo al cuore, una sensazione molto forte ma abbiamo trovato la voglia di rituffarci in questo inferno per esorcizzarlo e per portare il nostro segno anche a chi non c’è più”. E racconta di essersi trovata nella zona dove si potevano prendere le scialuppe di salvataggio anche se sono saliti per ultimi: 300 persone, tutte ammassate, con la sola voglia di scappare. “Eravamo a cena, tutti vestiti leggeri perché sulla nave faceva caldissimo”.