
Ci sono ancora 142 vigili del fuoco a Ravanusa. Per la terza notte consecutiva, guidati dalla luce delle fotoelettriche, continuano a cercare senza sosta le ultime due persone disperse tra le macerie delle quattro palazzine distrutte dall’esplosione di sabato sera. Stanno scavando a mano o con escavatori e ruspe. Tra loro ci sono 40 unità Usar (Urban Search and Rescue), 9 cinofili e 15 operatori specializzati nella conduzione di mezzi per il movimento terra.
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Si cercano i corpi di Calogero e Giuseppe Carmina, padre e figlio. Tra domenica e lunedì sono invece stati estratti i corpi di sette vittime: Pietro Carmina, 68 anni, Maria Crescenza Zagarrio, 69 anni e Calogera Gioacchina Minacori, 59enne, Selene Pagliarello, al nono mese di gravidanza, il marito Giuseppe Carmina e i genitori di lui, Angelo Carmina ed Enza Zagarrio.
L’inchiesta della Procura di Agrigento
La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta quasi subito, ipotizzando il reato di disastro e omicidio colposo a carico di ignoti. Non si esclude che a causare la tragedia possa essere un’ingente perdita di gas nella rete di metano. I media raccontano che da giorni i residenti della zona avvertivano un odore di gas. La rete risale al 1984. Si dovrà accertare se siano stati eseguiti tutti i controlli necessari e gli interventi di manutenzione. La zona è interessata da anni da movimenti franosi.
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“Cinque giorni prima del disastro erano state fatte alcune verifiche sulla condotta della rete di gas metano a Ravanusa, senza riscontrare alcuna irregolarità nelle tubazioni”, ha affermato il colonnello dei carabinieri Vittorio Stingo, comandante provinciale di Agrigento.
Italgas smentisce: “Non sono stati eseguiti lavori sulla rete stradale”
Italgas, azienda che gestisce l’impianto di gas, ha smentito la notizia: “Sulla base di quanto registrato nei sistemi aziendali, non vi è evidenza di lavori eseguiti sulla rete stradale, ma unicamente interventi routinari eseguiti su contatori domestici e su valvole stradali da eseguire con cadenza periodica. Questi interventi si sono svolti nell’abitato di Ravanusa, in vie distanti dal luogo dell’evento”. Sui lavori effettuati c’è comunque una relazione, che verrà acquisita e valutata dalla Procura.
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Nove mesi fa, in alcune strade a circa 50 metri in linea d’area dello scoppio, alcuni abitanti avevano segnalato odore di gas. Dopo molte segnalazioni, racconta il Corriere della Sera, il Comune aveva chiesto a Italgas di intervenire. Il quotidiano scrive, riportando le dichiarazioni di alcuni cittadini, che i residenti erano stati evacuati: “Un giorno sono arrivati in massa i carabinieri e ci hanno imposto di lasciare le nostre case perché si dovevano fare dei lavori di manutenzione sulla rete del metano. Ci hanno evacuato, in trenta, anche chi era in quarantena per il Covid, ha dovuto lasciare la casa“.