
Dottor Miozzo, qual è la sua valutazione sulla situazione epidemiologica alla luce dell’aumento dei contagi che, seppur in forma minore rispetto ad altri paesi europei, si sta registrando anche in Italia?
“Una valutazione di cauto ottimismo, legato al fatto che pur essendo in una fase di aumento dei contagi, si prospetta una situazione completamente diversa da quella dell’anno scorso, con un’ampia fascia della popolazione vaccinata e con sistemi vaccinali in piena attività. Questo fa ben sperare che se saremo capaci di mantenere le cautele, le attitudini e gli atteggiamenti di prudente osservazione delle regole, molto probabilmente riusciremo a superare anche questa fase critica invernale, che come ben sappiamo è il periodo che maggiormente facilita lo sviluppo delle infezioni”
Oggi è stato varato il decreto con le nuove restrizioni limitate ai non vaccinati, è una misura che condivide, e nel caso, sarà sufficiente per arginare la diffusione del virus?
“La condivido senz’altro, ma non è sufficiente solo un decreto per fermare questo virus. È indispensabile che funzioni l’intero sistema con adeguate campagne informative verso l’opinione pubblica, in particolare rispetto a quella fascia di popolazione non ancora vaccinata a causa dei dubbi, delle perplessità e delle paure. Il Super Green Pass è uno strumento importante e decisamente utile, e il fatto che la maggior parte dei Paesi europei lo stia applicando ora, mi fa pensare che evidentemente non eravamo nell’errore quando l’abbiamo introdotto tempo fa”
Ritiene che potrà essere uno strumento utile anche per convincere alcuni degli scettici alla vaccinazione?
“Direi di sì, anche perché se sei costretto a restare fuori dalla vita sociale, civile ed economica, alla fine o decidi di fare l‘eremita in cima ad una montagna, oppure in qualche modo ti adegui. Chi non vuole adeguarsi perché ha delle convinzioni radicali è giusto che ne paghi il prezzo, non fosse altro perché siamo in democrazia e ad oggi il 90% degli italiani ha deciso un percorso che è quello della vaccinazione, e questa scelta va rispettata”
L’ipotesi della vaccinazione per gli under 12

Come anticipato dal presidente dell’ Aifa, Giorgio Palù, potrebbe arrivare già tra oggi e domani la decisione dell’Ema sul vaccino anti-Covid da somministrare ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. è d’accordo con questa indicazione?
“Assolutamente sì, anzi sono stupito di tutte queste polemiche e tergiversazioni. Ad oggi ci sono dieci vaccinazioni obbligatorie che i bambini devono fare e non ho mai visto gruppi no vax manifestare contro la vaccinazione per il morbillo, l’epatite B o l’antitetanica, eppure queste malattie non hanno provocato 140.000 morti solo in Italia negli ultimi due anni. Io suggerirò a mio figlio di far vaccinare le mie nipotine, e sono sicuro che anche lui sarà d’accordo”
Come superare lo scetticismo che fino ad ora ha caratterizzato il dibattito sulla vaccinazione per under 12?
“Lo scetticismo è una questione complessa che coinvolge sia l’educazione che la comunicazione. Da questo punto vista un grande lavoro dovranno farlo i pediatri e i medici di base, perché sono loro l’interfaccia con le famiglie per far comprendere e superare quegli aspetti puramente ideologici e quelle paure ingiustificate emerse nello sterminato universo di internet. Non ho dubbi che il loro impegno, insieme ad una buona campagna di comunicazione istituzionale, potrebbe aiutare molto in questo senso”
Una delle tesi utilizzate dai genitori restii alla vaccinazione dei figli è quella per cui il virus in realtà non sarebbe pericoloso per i bambini.
“Non è vero, perché ci sono migliaia di bambini che oggi finiscono in ospedale a causa del covid. Le terapie intensive dei centri di malattie infettive degli ospedali pediatrici sono al limite dell’esaurimento dei posti-covid disponibili, così come non è vero che il virus non ha serie ripercussioni sulla vita sanitaria dei bambini perché ha invece effetti collaterali molto importanti. Questo senza considerare l’effetto devastante sul contesto in cui questi bambini vivono, rischiando di trasmettere il virus ai genitori e ai nonni”
È preoccupato dall’inasprimento dello scontro in atto tra vaccinati e no-vax?
“Una certa preoccupazione c’è, però rilevo anche un aspetto interessante, ovvero che le folle No-vax ormai si stanno di giorno in giorno riducendo in termini numerici. È sempre più evidente che questa parte di popolazione è strumentalizzata da una componente ideologica che non ha nulla a che vedere con la storia del vaccino e della malattia, ma che si riferisce invece ad uno scontro politico che è assolutamente lontano dalla questione sanitaria. Detto ciò, siamo pur sempre in democrazia e saranno le forze dell’ordine a dover governare anche questi aspetti”