Covid-19, spunta uno studio secretato: possibili 60mila morti

Covid-19, il governo, già da metà febbraio, era a conoscenza di uno studio riguardante il rischio che la pandemia avrebbe portato: il documento è stato secretato.

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Covid-19: spunta un documento secretato (via Getty Images)

Già molto prima dell’emergenza, il governo era a conoscenza dei rischi che la pandemia da Coronavirus avrebbe potuto portare al Paese. Come riporta Open, infatti, già a partire dal 12 febbraio, il Comitato tecnico scientifico aveva presentato al governo uno studio realizzato dal ricercatore Stefano Merler, della fondazione Bruno Kessler. Questo studio si concentrava, in maniera dettagliata, sugli scenari della diffusione del Coronavirus. Lo stesso titolo, infatti, ci riporta all’argomentazione: “Scenari di diffusione di 2019-NCOV in Italia e impatto sul servizio sanitario, in caso il virus non possa essere contenuto localmente”.

Questo studio, da quanto si apprende, si concentrava sui 43 mila casi registrati fino a quel momento, portando alla luce due scenari: uno riguardante l’R0 pari a 1,3 e uno riguardante l’R0 pari a 1,7. Lo studio ha portato a un’ipotesi molto preoccupante, perché si parla di un’elaborazione matematica che vedeva una stima di contagi in Italia oltre il milione. Lo scenario riguardante le vittime, era anch’esso molto preoccupante.

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Covid-19: uno studio secretato mostra lo scenario sui possibili 60mila morti

sanità Speranza
Ministro Speranza (Foto: Getty)

Lo stesso studio, come riporta Open, parlava anche, già a metà febbraio, delle stime riguardanti i decessi e le terapie intensive. Il bilancio delle vittime oscillava tra i 35 mila e i 60 mila. Lo scenario è piuttosto preoccupante, considerando che, ad oggi, i morti sono più di 35 mila. Il fabbisogno di letti in terapia intensiva, in base alle stesse stime, oscillava tra i 60 mila e i 120 mila.

Questo documento, da quanto si apprende, è stato secretato. Il governo stava infatti valutando se renderlo pubblico, e come. Come riporta Open, infatti, Andrea Urbani, direttore generale della programmazione del ministero della Salute considerava uno degli scenari elaborati dallo studioso “troppo drammatico” per esser divulgato. Secondo il suo pensiero, questo avrebbe creato panico.

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