Morte di Martina Rossi, già estinto il reato più grave

Morte di Martina Rossi: per la famigllia e gli amici della ragazza ligure arriva l’ennesimo dolore. L’accusa più grave per i presunti colpevoli è andata in prescrizione.

Morte Martina Rossi estinto reato ragazzi condannati
Morte di Martina Rossi: estinto il reato più grave per i due ragazzi già condannati (Getty Images)

Morte di Martina Rossi: il processo d’appello per la tragica fine della stidentessa genovese a Palma de Mallorca otto anni fa è cominciato con un nuovo dolore per la famiglia. La presidente della Corte d’Appello di Firenze, Angela Annese, in apertura della prima udienza infatti ha confermato quello che ormai pareva chiaro.

L’accusa più grave per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, entrambi aretini e condannati in primo grado per la morte della giovane, è andata estinta per prescrizione. Si tratta della ‘morte come conseguenza di un altro reato‘.

Il 3 agosto 2011 la ventenne Martina, in vacanza con alcune amiche in Spagna, era precipitata dal balcone di una camera di albergo a Palma. In un primo tempo sembrava suicidio, Poi però sono emersi altri particolari confermnati nel processo di primo grado: la Rossi era caduta mentre cercava di fuggire dal tentativo di stupro.

Morte di Martina Rossi, processo d’appello rinviato al 2020

Martina Rossi è morta a vent'anni
Martina Rossi è morta a vent’anni nel 2011 (foto da Facebook)

Il primo processo per la morte di Martina Rossi si era concluso, il 14 dicembre scorso, con una condanna a 6 anni di reclusione per Luca e Alesandro. Anche loro erano in vacanza a Palma e sarebbero stati loro a cercare di violentare la ragazza.

In primo grado proprio per questo era arrivata la condanna, per la tentata violenza ma anche per aver provocato la morte della ragazza. Oggi però la giustizia ha seguito i suoi tempi e almeno uno dei due reati, quello più pesante, è andato prescritto. Inoltre la presidente della Corte d’appello ha anche rinviato il processo al 20 settembre 2020.

Un rinvio di dieci mesi deciso perché, caduta l’accusa più grave ormai non ci sono più motivi per accelerare e così il processo passa in coda ad altri dibattimenti più urgenti. I due ragazzi (oggi era presnete solo uno di loro) dovranno comunque rispondere di tentata violenza sessuale di gruppo. Ma secondo i loro difensori resta in piedi l’ipotesi del suicidio.