
Spettacolo e politica si spaccano sull’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo. Ad aprire la polemica è stato il leader della Lega Matteo Salvini: “Se avrò dieci minuti di tempo, ascolterà Giorgia, Ultimo o Grignani, perché dal Festival della canzone italiana mi aspetto canzoni. Se Zelensky ha il tempo di andare agli Oscar o collegarsi al Festival di Sanremo è una sua scelta. L’importante è che il Festival rimanga il Festival e non diventi uno strumento per altro”, ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a Otto e Mezzo, su La7.
Fratelli d’Italia sulla questione sta tenendo un profilo basso, con l’intento di evitare polemiche su un tema delicato che potrebbe avere riflessi a livello internazionale.
Non arrivano commenti anche dai vertici Rai, che nel frattempo sono impegnati nel dibattito interno al cda, che lunedì 30 dovrà decidere sul budget del 2023. Tuttavia alcuni volti storici della radiotelevisione italiana hanno espresso il loro parere.
Zelensky a Sanremo, Vespa: “Non capisco tutto questo rumore”
Primo tra tutti Bruno Vespa, in un’intervista all’Ansa: “Non capisco francamente tutto questo rumore. Al Festival hanno partecipato alte personalità della politica internazionale e sono stati trattati tutti i temi sociali. Zelensky è stato ospite al Festival di Cannes e Venezia, oltre che ai Golden Globe e mi dispiace questo malanimo nei confronti di un uomo che si sta battendo con straordinario coraggio per salvare la libertà del proprio popolo”.
La tesi di Vespa è condivisa anche dal direttore di Radio 1 e Gr Andrea Vianello: “Il leader di un paese invaso e sotto missili e bombe da un anno non può parlare alla più grande platea televisiva italiana? E perché mai?”.
Ma le polemiche non hanno prodotto marce indietro: l’intervento di Zelensky al Festival di Sanremo resta confermato. Il presidente ucraino dovrebbe partecipare con un videomessaggio registrato di un paio di minuti, che dovrebbe andare in onda nella serata finale di sabato, dopo la gara, ma cinque minuti prima dell’esibizione dei cinque cantanti finalisti.
Conte: “Non credo necessaria la partecipazione di Zelensky a Sanremo”
Non sono d’accordo con l’intervento anche diversi intellettuali come Carlo Freccero e Franco Cardini. E dal mondo della politica, oltre Salvini si oppone Giuseppe Conte: “Non credo francamente che sia così necessario che il presidente Zelensky sia in un contesto leggero come quello di Sanremo”.
“Se serve per sensibilizzare milioni di persone rispetto al dramma che sta vivendo l’Ucraina, la presenza di Zelensky può persino andare bene. Se invece deve diventare la spettacolarizzazione della guerra non è proprio il caso”, dice Stefano Bonaccini.
Critico anche Carlo Calenda: “Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del presidente di un Paese in guerra”.
Favorevoli all’intervento invece, alcuni esponenti del Pd, tra cui Matteo Orfini, Alessandra Moretti, oltre al presidente della Liguria Giovanni Toti e Benedetto Della Vedova di +Europa.
La diffida alla Rai degli utenti
L’Associazione Utenti dei Servizi Radioteledisivi ha presentato una diffida alla Rai per chiedere di non consentire al presidente ucraino di partecipare al Festival, affinché esso non diventi un palco della propaganda politica.
Zelensky a Sanremo: Al Bano dice sì
Anche Al Bano dice sì alla partecipazione di Zelensky a Sanremo e aggiunge che pur avendo cantato per lui in passato, oggi non è più un ammiratore del presidente russo Putin.