
Più di 400 persone sono state arrestate all’indomani dell’assalto ai palazzi del potere di Brasilia da parte dei sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Le forze dell’ordine stanno lavorando per identificare tutti quelli che vi hanno partecipato.
La Corte Suprema ha rimosso il governatore di Brasilia
Intanto è stato rimosso il governatore di Brasilia. Non sono bastate le scuse pubbliche sui social a Lula sui disordini provocati. La gravità della situazione non ha lasciato scelta al presidente della Corte suprema federale, che ha rimosso Ibaneis Rocha dall’incarico e ha ordinato all’esercito di sgomberare i sostenitori di Bolsonaro.
Lula aveva accusato Rocha “di non avere preso le misure necessarie per prevenire l’invasione e il saccheggio delle istituzioni democratiche”. A sua volta il governatore di Brasilia si era difeso sui social: “Voglio rivolgermi innanzitutto al presidente Lula per scusarmi di quanto accaduto nella nostra città. Quello che è successo è inaccettabile. Stavamo monitorando la situazione con il ministro della Giustizia e della Pubblica Sicurezza Flávio Dino e non credevamo che potesse finire così”.
L’assalto compiuto ieri, domenica 8 gennaio 2023, ha ricordato quello a Capitol Hill di Washington da parte dei sostenitori di Donald Trump. È polemica sulle tempistiche d’intervento da parte delle forze dell’ordine per sedare la rivolta.
Lula attacca Bolsonaro. Lui si difende
Il neo presidente Luiz Ignacio Lula da Silva ha definito gli episodi un attacco “vandalo e fascista” contro la democrazia ed ha assicurato che i “terroristi” saranno “puniti in modo esemplare”.
Bolsonaro si difende dalle accuse di aver in qualche modo incentivato la rivolta: “Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà”.
L’ex presidente ha condannato quando accaduto: “Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”.
Il presidente Usa Joe Biden si è espresso contro l’episodio, definendolo un “assalto alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere in Brasile”. Ha assicurato il pieno appoggio di Washington a Lula, che è tornato a Brasilia per constatare il saccheggio del Palazzo presidenziale e della Corte suprema dei sostenitori di Bolsonaro.
Le autorità hanno cominciato a valutare il bilancio dei danni al Palazzo presidenziale, al Congresso e alla Corte Suprema.