Strage Roma, Beretta (Opal) a iNews24: “Servono norme per l’iscrizione ai poligoni e comunicazione con le Questure”

Giorgio Beretta - Foto di Twitter
Giorgio Beretta – Foto di Twitter

Ai nostri microfoni, Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) che fa parte della Rete Italiana Pace e Disarmo, sul triplice omicidio di Fidene, avvenuto ieri lunedì 12 dicembre. 

Uno dei punti che Procura e forze dell’ordine cercheranno di chiarire è come abbia fatto Campiti a portar via la pistola dal poligono di Tor di Quinto. Com’è possibile che sia uscito?
Se non ci sono dispositivi specifici antitaccheggio non è impossibile uscire. Questi ultimi non sono previsti dalla normativa vigente e per questa ragione tutto dipende dalla sorveglianza. Ma questo è l’aspetto meno problematico che in fin dei conti si può risolvere prevedendoli”;

Allora quali sono gli altri aspetti?
Il primo aspetto riguarda il fatto che a una persona, in questo caso Campiti, sia permesso di frequentare un tiro a segno nazionale a cui ci si può iscrivere anche senza il porto d’armi. Di per sé sarebbe richiesta la presentazione del casellario giudiziale, che però può essere sostituita da un’autocertificazione. Il secondo aspetto riguarda i controlli medici: basta scaricare un semplice modulo firmato dal medico curante in cui si attesta che la persona non soffre di problematiche mentali. E il terzo punto, il più importante, è che la normativa attuale non prevede che poligoni o tiri a segno nazionali richiedano a Questure e Prefetture se a chi intende iscriversi sia stato negato il porto d’armi. Questi sono tutti vuoti normativi”;

Quindi secondo lei è necessaria una stretta?
C’è bisogno di inserire norme specifiche che riguardano l’iscrizione ai poligoni di tiro e la comunicazione tra poligoni e Questure e Prefetture”;

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha dichiarato che “le armi sono pericolose e dovrebbero usarle solo le forze dell’ordine. Meno armi ci sono in giro più si è sicuri”. È d’accordo con questa affermazione?
In linea di principio sono d’accordo, ma rischia di diventare un’osservazione demagogica se non si interviene sulle norme: in nessun Paese d’Europa è permesso a chi ha una licenza di tiro sportivo di detenere 3 pistole o revolver, 12 fucili semiautomatici con caricatori fino a 10 colpi e un numero illimitato di fucili da caccia. La questione quindi, non è che meno armi ci sono in giro, più siamo al sicuro, ma che se ci sono armi in giro, devono essere rilasciate per la loro specifica finalità e devono essere fatti controlli su questa finalità. Per capirci: una licenza di porto d’armi per uso sportivo va data solo a chi dimostra di usarla per uso sportivo. Adesso invece è permesso detenere armi che non vengono utilizzate per questo. E lo stesso vale per la difesa abitativa o per la caccia. Si deve intervenire sulla normativa attuale”. 

Secondo lei Roma è una città sicura?
Se guardiamo i dati degli omicidi nelle città europee, Roma forse tra le più sicure. Il problema sono le armi illegali che circolano ma ciò non toglie che ci siano una serie di casi che riguardano quelle legali, che andrebbero concesse, come ho detto, in base alla loro finalità d’uso”.