È bufera sul cachet di Stefano Accorsi per il suo ruolo di ambasciatore delle città d’arte e del cineturismo dell’Emilia Romagna
Un’altra gatta da pelare per Stefano Accorsi. Il noto attore è al centro di una vera e propria bufera in merito al suo cachet per il ruolo di ambasciatore delle città d’arte e del cineturismo dell’Emilia Romagna. 100.000 euro più Iva all’anno, per tre anni. Troppi, secondo quanto denunciato da Fratelli d’Italia.
Il consigliere Michele Barcaiuolo ha deciso di firmare un’interrogazione in Assemblea legislativa per vederci chiaro e chiedere trasparenza per un compenso: “Che ci era stato tenuto nascosto dalla Giunta Bonaccini“. La conferma è arrivata dall’assessore al Turismo Andrea Corsini, che però ha sottolineato il ruolo di co-autore del progetto che ricopre Accorsi, oltre che di protagonista.
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Stefano Accorsi, troppo alto il suo cachet: “Chiediamo trasparenza”

“Vorremmo avere un dettagliato elenco di tutte le cose fatte, così come la rassegna stampa 2020 sulle attività di Accorsi. Per ciò che riguarda il compenso nel 2020 Apr ha erogato centomila euro più Iva” ha continuato l’assessore e consigliere di Fratelli d’Italia Michele Barcaiuolo. Tra gli ultimi spot lanciato, quello di metà maggio 2021 con la promozione delle città d’arte lungo la via Emilia.
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Oltre ad Accorsi, però, nel mirino sono finiti anche gli incarichi di Pausini, Tomba, Cevoli e Delogu. “Sono tutte scelte legittime, ma andrebbe fatta una pubblicità assoluta sui compensi pubblici. Invece c’è sempre una penombra inquietante su queste collaborazione. La trasparenza è indispensabile, poi sulle cifre si può essere d’accordo o meno” ha concluso Barcaiuolo.