Ciro Colonna aveva solo 19 anni quando fu ucciso dai sicari del clan Rinaldi nel quartiere di Ponticelli, periferia Est di Napoli. La sua unica “colpa” era quella di trovarsi nello stesso circolo dove era presente Raffaele Cepparulo, leader del cosiddetto clan dei “barbudos” e vero obiettivo dei killer. Quella sera del 7 giugno 2016 i colpi di pistola raggiunsero anche Ciro, che si era attardato per un secondo all’interno del circolo, mentre tutti scappavano, per recuperare gli occhiali che gli erano caduti a terra.
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Oggi, dopo 5 anni, il suo ricordo è ancora vivo a Ponticelli. L’associazione Libera contro le mafie, presieduta da don Luigi Ciotti, ha organizzato una giornata commemorativa e una partita di calcetto fra i ragazzi del quartiere per tenere alta la memoria di Ciro Colonna. Soprattutto in un periodo come questo, dove i clan del quartiere sembrano essersi risvegliati e una nuova faida è in atto per il controllo delle piazze di spaccio. Nel solo mese di maggio, nel giro di quattro giorni, sono esplose ben tre bombe, lanciate in strada come atto di intimidazione nei confronti di un’intera comunità.
“In un Paese civile non si può sparare per strada come nulla fosse”
Per questo, le associazioni del territorio hanno lanciato una serie di iniziative, tra cui questa giornata di commemorazione: “In un Paese civile come il nostro non si può sparare all’impazzata per strada – dice ai microfoni di iNews24 Pasquale Leone, referente di Libera Ponticelli – si è sparato persino qui, dove siamo ora, che è un luogo di memoria. È uno schiaffo al ricordo di Ciro e a tutta la cittadinanza.” Il calcio d’inizio della partita di calcetto è stato dato dal papà di Ciro assieme a don Luigi Ciotti, che si è brevemente intrattenuto con i ragazzi sul campetto di via Decio Mure Console Romano, nel cuore dei lotti popolari del quartiere.