Io apro, protesta dei ristoratori contro le chiusure: “Noi irresponsabili? Vogliamo solo lavorare”

Divieto di asporto dalle ore 18:00 e locali chiusi a cena, queste le nuove disposizioni contro la pandemia da Covid19 che hanno scatenato la protesta di esercenti e ristoratori. L'iniziativa "Io apro" ha visto una scarsa adesione in tutta Italia, ma alcuni locali della Capitale hanno aperto in serata. Ai microfoni di iNews24.it raccontano: "Non siamo irresponsabili, vogliamo solo lavorare"

I ristoratori di tutta Italia si organizzano sui social e lanciano una protesta con l’hashtag: #IoApro. Motivo del malessere le nuove disposizioni contro la diffusione del Coronavirus che prevedono la chiusura dei locali a cena e il divieto di asporto a partire dalle ore 18.

La mobilitazione nata sul web, però, ha visto una scarsa adesione nella realtà. Il timore di multe e chiusure forzate ha frenato molti ristoratori, che hanno tenuto le serrande abbassate. Tuttavia, qualche ristorante aperto nonostante l’entrata in vigore del nuovo Dpcm che impone la chiusura a cena.

Nel quartiere di Tor Marancia, a Roma, il titolare del ristorante Dar Bottarolo, Giancarlo Gilardini, si difende dalle accuse di essere “irresponsabili” mosse contro di loro: “Vogliamo solo lavorare, mi devono spiegare perché a pranzo posso restare aperto mentre a cena no. Non ci sono differenze, applichiamo le stesse norme di sicurezza”.

Movida e assembramenti vietati

All’accusa di movida e assembramenti favoriti dai locali aperti di sera, il ristoratore replica: “Non possiamo essere noi a pagare per la mancanza di controlli. Non possiamo evitare che si facciano assembramenti fuori dai locali, ma non dobbiamo andarci noi di mezzo”.

io apro la protesta dei ristoratori

Infine, pone l’accento sul danno economico che il Covid19 ha causato a tutte le attività di ristorazione: “Abbiamo avuto cali del 70-80%, i nostri dipendenti non hanno ricevuto ancora gli ultimi mesi di cassa integrazione. Se apriamo è per avere una speranza e lanciare un messaggio a questo governo che ci ha dimenticati”.