“È distrutta, abbiamo paura perché le istituzioni libanesi non sono responsabili” ai microfoni di Inews24 il drammatico racconto di Rita Koueik, sopravvissuta all’esplosione di Beirut.

Rita è l’amministratrice di uno studio di architettura di Beirut, vive proprio nell’area del porto e la sua casa ora è completamente distrutta. Ieri era appena rientrata dal lavoro quando si è scatenata l’apocalisse.
“Ho sentito la prima esplosione e dopo un po’ è arrivata la seconda. Le finestre di casa mia sono esplose e mi hanno ferito la faccia” la donna ricorda i drammatici momenti in cui il carico di nitrato d’ammonio stipato in un magazzino nel porto di Beirut ha preso fuoco ed è esploso, radendo al suolo interi quartieri della capitale libanese e facendo oltre cento morti e quattromila feriti.
“Ho sentito la gente urlare e scappare fuori di casa, nel caos totale. Mi sono ferita al volto e sono andata in ospedale. Ho visto per strada gli edifici distrutti, le auto capovolte e le persone ricoperte di sangue” continua la sopravvissuta “Tutto mi ha messo una grande paura”.
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Ospedali pieni e governo irresponsabile
Una volta in ospedale, lo scenario è orribile: “Le persone urlavano, i dottori sono stati fantastici e hanno cercato di salvare tutti. Io sono stata soccorsa per terra, perché in ospedale non c’era più spazio”.
Oggi, lo stato di terrore continua: “La mia casa è distrutta, le persone fuggono dalla città perché non si conoscono quali sostanze tossiche sono state sprigionate dall’esplosione”. Si tratta dell’ennesimo duro colpo che squassa il Libano, stretto nella morsa di una crisi economica e sanitaria causate anche dal Coronavirus: “Abbiamo paura, perché le nostre istituzioni non sono responsabili. Non riescono a risolvere i problemi economici, non riescono ad arginare la diffusione del Covid19 e per finire non sono state in grado di salvaguardare le persone dall’esplosione”.
Poi Rita si commuove e piange: “Siamo un popolo che ama la vita, siamo educati, ma non siamo fortunati perché siamo governati da degli irresponsabili”.