Coronavirus: mistero sulle origini della pandemia che ha stravolto il mondo. Ma l’esperimento da laboratorio finito male non convince
Coronavirus: mistero sulle origini e sulla diffusione della pandemia. Dura da quattro mesi, quando i primi casi sono stati ufficializzati in Cina e ancora oggi non c’è una risposta. Ma negli ultimi giorni è tornata di moda l’ipotesi di un esperimento sfuggito di mano ai ricercaori cinesi e per questro il presidente Trump pretende chiarezza. Ma il primo a smentirlo è uno che lavora al suo fianco, come il professor Anthony Fauci.
L’immunologo americano, che guida il National Institute of Allergy and Infectious Disease, è anche a capo della task force sdulla pandemia negli Usa. E nelle ultime ore ha smentito che possa trattarsi di un virus nato in laboratorio. “Le mutazioni che ha avuto per arrivare al punto in cui è ora – ha detto Fauci – è assolutamente coerente con un salto di specie da animale a essere umano”.
Una posizione diamentralmente opposta a quella di altri scienziati. C’è un largo filone convinto che sia nato come arma batteriologica. E per questo l’intelligence americana ha cominciato ad indagare per capire se qualcuno sia stato contagiato nello Wuhan Institute of Virology accidentalmente. Oppure se si siano verificate carenze nella gestione dei materiali che lì erano contenuti e questo abbia generato la prima epidemia.
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Covid-19, secondo una nuova tesi era già presente a settembre 2019

Ma in mezzo alle mille ipotesi ce n’è un’altra che nelle ultime ore sta facendo discutere, non solo sul web. Secondo lo studio di un team dell’università di Cambridge il Covid-19 sarebbe già stato in giro da metà settembre dello scorso anno. Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’e apre scenari nuovi. Perché la pandemia sarebbe iniziata non da Wuhan. Più probabilmente in qualche località nel sud della Cina, come sostengono i ricercatori.
A capo dell’équipe c’è il dottor Peter Forster, genetista.Seciondo lui il virus potrebbe essere mutato nella sua forma finale capace di infettare l’uomo mesi fa. Poi però è rimasto all’interno di pipistelli o altri animali sino alla fine dell’anno scorso senza infettare altri individui. In realtà però in questa ricerca sarebbero stati analizzati solo 160 ceppi isolati dopo il mese di dicembre. Una njmero limitato, difficile che dia risposte chiare.
E già che ci siamo, per chiudere il cerchio, altri scienziati sono convinti che il virus sia passato nel mondo animale da anni. Proprio per questo ha suibito diverse mutazioni per arrivare a quella attuale e letale. L’obiettivo a cui mirino tutti è comunque quello di risallire all’origine per poter ottenere an che un vaccino efficace. Ma ottenere riscontri tangibili dalla Cina al momento appare difficile.