Il panico scatenato nel mondo dal diffondersi del Coronavirus non risparmia la birra Corona. Perdite enormi e crollo delle vendite per il celebre marchio messicano.
A volte è sufficiente avere il nome sbagliato nel momento sbagliato per veder cadere a picco tutto. Sembra incredibile, ma l’omonimia con il virus sta danneggiando in misura pesantissima la celebre birra messicana.
Le azioni della Anheuser Busch InBev infatti, la società proprietaria del marchio Corona, hanno registrato un calo vertiginoso di oltre il 22% nel solo mese febbraio, e le previsioni per l’immediato futuro non sono migliori. Se a risentire dell’epidemia è stato l’intero mercato, la borsa di New York non è andata oltre il 10% come calo complessivo. E’ bastato il nome in comune per far scattare nella testa dei consumatori un campanello di allarme del tutto ingiustificato.
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Coronavirus, il 28% degli americani non comprerebbe birra Corona

A compromettere le vendite della Corona sono inevitabilmente due mercati su tutti, quello cinese e quello americano. Secondo un sondaggio diffuso dalla CNN infatti, quasi un americano su tre – il 28% – non acquisterebbe la celebre birra messicana per nessun motivo, mentre il 14% dei cittadini Usa eviterebbe di comprarla in pubblico.
L’indagine, realizzata da 5W Public Relations, ha inoltre evidenziato come sia proprio l’omonimia con il virus cinese il motivo scatenante di questo calo vertiginoso delle vendite. AB InBev, che tra i tanti marchi possiede anche Beck’s, Budweiser e Leffe solo per citare i più noti in Italia, ha fatto sapere in un comunicato di aver registrato nei soli primi due mesi del 2020 perdite nei ricavi per circa 285 milioni di dollari, con la più bassa propensione all’acquisto degli ultimi 2 anni.
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— Anheuser-Busch InBev (@abinbev) February 27, 2020