La giovane promessa dell’ex Premier Berlusconi, è stata arrestata per corruzione la scorsa settimana
L’ex deputato del partito di Forza Italia Lara Comi, una giovane promessa della formazione di Silvio Berlusconi, è stata arrestata giovedì in una maxi-causa. E’ accusata di commissioni illegali, finanziamenti illegali e truffa ai danni del Parlamento europeo.
Proprio ieri la Comi ha risposto per quasi 5 ore alle domande dei magistrati, continuando a sostenere che “i reati contestati sono inesistenti” e respingendo tutte le accuse.
L’ex europarlamentare di Forza Italia, 36 anni, “nonostante la sua giovane età, ha dimostrato un’esperienza insolita nell’uso di schemi criminali intesi a fornire un aspetto legale al pagamento delle commissioni”. Le sono stati contestati diversi reati, come pubblicato nel mandato giudiziario, emesso dalla Procura al momento dell’arresto.
Il caso battezzato come ‘Mensa dei poveri‘, ha colpito un gran numero di politici e uomini d’affari di vari partiti di destra nella regione Lombardia. Oltre alla Comi, sono stati arrestati e interrogati: il proprietario di una catena di supermercati ed ex candidato della Lega, Paolo Orrigoni, e l’ex direttore dell’Agenzia del Lavoro di Milano, Giuseppe Zingale.
La giovane deputata in Europa, ha attirato su di sè l’attenzione mediatica sin dall’inizio della sua carriera politica. A soli 19 anni, è stata eletta portavoce di Forza Italia a Saronno, ed è subito diventata un’enfant prodige nel partito di Silvio Berlusconi.
Nel 2009, a 26 anni, ha fatto il salto nel Parlamento europeo, dove avrebbe occupato un posto per 10 anni, raggiungendo posizioni come la vicepresidenza del Partito popolare europeo.
Laura Comi e la sua “abilità particolare”
La Comi è stata l’epicentro della controversia non appena è entrata in carica. Il primo caso scoppiò dopo aver assunto sua madre come assistente parlamentare. La sua giustificazione fece a dir poco discutere: “Avevo solo 26 anni, avevo bisogno di una persona al mio fianco”.
Fu durante la campagna elettorale alle elezioni europee che il caso scoppiò. Berlusconi fu costretto ad escluderla dalla sua candidatura nel collegio elettorale del nord-ovest, in cui si presentò, a condizione che non fosse eletto.
In sintesi, si sottolinea che la Comi aveva una “particolare capacità” di estrarre dalla sua posizione pubblica “i massimi vantaggi in termini economici e di estensione della sfera di visibilità stessa”.
A maggio erano già stati effettuati 43 arresti nell’ambito di questo maxi caso “Mensa dei poveri“, tra cui il candidato di Forza Italia per le europee e un deputato nazionale dello stesso partito, accusato di commissioni e finanziamenti illegali, nonché collegamenti con la Ndrangheta.