Bicamerale Emanuela Orlandi: perché il governo ha fermato il voto

Stando ai rumors, dietro alla scelta ci sarebbe il legame con gli ambienti cattolici del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Ma Palazzo Chigi smentisce.

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi - Foto di Ansa Foto
Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi – Foto di Ansa Foto

Il governo ha deciso di sospendere i lavori sulla commissione di inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi, che aveva lo scopo di indagare sulla sparizione della giovane cittadina vaticana del 1983.

L’esecutivo, a quarant’anni dal fatto, l’esecutivo ha chiesto al presidente della commissione Affari Costituzionali Nazario Pagano, di prendere tempo per esaminare il disegno di legge che istituisce la bicamerale per “ulteriori approfondimenti”. 

Stando ai rumors, dietro alla scelta ci sarebbe il legame con gli ambienti cattolici del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Palazzo Chigi smentisce i rumors

Palazzo Chigi ha smentito le voci e con una nota ha dichiarato: “In relazione ad indiscrezioni circolate su alcune testate riguardanti il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e un suo presunto ruolo nella sospensione dell’esame del disegno di legge istitutivo della bicamerale per procedere a ulteriori approfondimenti sul caso Orlandi, si sottolinea che queste sono prive di ogni fondamento. Al contrario, il Sottosegretario Mantovano di recente ha incontrato il fratello di Emanuela Orlandi manifestando la piena disponibilità del governo per tutto ciò che può fare piena luce sulla vicenda“.

Pagano: “Voto posticipato per questioni tecniche”

Il presidente della Commissione affari costituzionali della Camera Nazario Pagano ha spiegato: “Ho posticipato la votazione per una semplice questione tecnica: mancavano i pareri del Ministero della Giustizia sugli emendamenti presentati”.