
È attesa per oggi pomeriggio, giovedì 23 febbraio, la sentenza di primo grado per Rigopiano. Arriva a distanza di sei anni dalla tragedia in cui morirono 29 persone in una valanga che travolse l’hotel Farindola.
Trenta persone sono imputate nel processo e tutte hanno chiesto di essere processate con rito abbreviato. Le accuse a vario titolo sono disastro colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, falso, depistaggio, abusi edilizi.
L’accusa, rappresentata dal procuratore capo Giuseppe Bellelli e dai pubblici ministeri Andrea Papalia e Anna Benigni, nelle scorse udienze hanno chiesto 26 condanne per un totale complessivo di 151 anni e mezzo di reclusione e 4 assoluzioni.
La prima inchiesta
La tragedia è avvenuta il 18 gennaio 2017 e l’inchiesta si è conclusa a novembre 2018. In un primo tempo aveva riguardato le istituzioni che avevano il computo di gestire l’emergenza maltempo: la Regione Abruzzo, Prefettura e Provincia di Pescara, Comune di Farindola. Le indagini si erano concentrate anche sulla Carta prevenzione che non era stata realizzata dalla Regione e sui permessi per la ristrutturazione del resort. Gli indagati erano in totale 40.
Tragedia Rigopiano: l’inchiesta bis
A fine dicembre 2018 invece, risale l’inchiesta bis sul depistaggio a carico del personale della Prefettura di Pescara, compreso l’ex prefetto Francesco Provolo, accusato di aver occultato le segnalazioni del 18 gennaio alla Mobile di Pescara. In questo caso gli indagati erano 7.
A dicembre 2019 sono state archiviate le posizioni di 22 imputati, tra presidenti della Regione, ex assessori regionali alla Protezione Civile.
Le richieste di condanna
La condanna più pesante è 12 anni, chiesta per Francesco Provolo, ex prefetto. Tra le richieste di condanna ci sono anche gli 11 anni e 4 mesi chiesti per il sindaco di Farindola (in carica) Ilario Lacchetta, 7 anni e 8 mesi per il gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso, 6 anni per l’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco. Sul fronte del depistaggio, in Prefettura, chiesti 2 anni e 8 mesi per Daniela Acquaviva e Giulia Pontrandolfo. Infine, 2 anni per Giancarlo Verzella.