
I numeri finali del 73° Festival di Sanremo dicono che sono stati promossi tutti, ma da domani cominceranno i conti con il governo Meloni.
La serata finale, con l’incoronazione di Marco Mengoni, è stata vista da 12.256.000 spettatori pari al 66% di share (picco di 14.423.000 spettatori nella prima parte). Un anno fa, con metodi di rilevazioni leggermente diversi il 64.9% ma 13.380.000 spettatori e comunque un trionfo. Anche perché C’è Posta per Te su Canale 5 ha totalizzato solo 2.652.000 spettatori con uno share del 12.34%.
Amadeus e il suo gruppo quindi possono festeggiare, anche perché tra un anno lui sarà ancora lì. Ma al momento di archiviare il Festival tornano in ballo i conflitti tra la dirigenza Rai, a cominciare da Stefano Coletta che da tre anni è direttore di Rai 1, e il governo ma più in generale parte del centrodestra.
Tensioni latenti anche prima di cominciare lo show e che secondo molti osservatori stanno per esplodere. Una su tutti, il più insospettabile. Perché Fiorello, in uno dei suoi collegamenti in diretta nella serata finale ha sganciato la bomba: “Ma Coletta è lì? Tanto lo so che fine farà domani Fatemelo vedere per l’ultima volta… Un Festival così è irripetibile. So che domani i dirigenti andranno tutti a casa, però è stupendo”.
Sanremo 2023 da record, ma ora rischiano tutti: nel mirino del governo alcune scelte sbagliate
Diversi i problemi sul piatto, difficile che non si arrivi ad una resa dei conti anche se Coletta ha risposto punto su punto. Ma molti analisti politici, a cominciare dal Corriere della Sera, sottolineano l’irritazione di palazzo Chigi per alcuni situazioni che dovevano essere affrontati in modo decisamente diverso.
A cominciare dalla presenza o meno di Volodymyr Zelensky al Festival. Il presidente ucraino è passato da una partecipazione diretta ad un intervento video, fino al messaggio poi letto dopo l’1 di notte da Amadeus durante la diretta dell’ultima serata. Non quello che avrebbe voluto il governo che secondo indiscrezioni l’ha considerata una figura che tutti si potevano risparmiare.
Non è stato un Sanremo politico, perché la presenza del Presidente Mattarella durante la prima serata era giustificata dalla celebrazione per i 75 anni della Costituzione. Ma accanto a lui poteva starci anche la premier Giorgia Meloni, che invece non è mai stata invitati.
Poi, anche quello che è successo sul palco soprattutto con Fedez e il suo freestyle che non ha risparmiato nessuno a partire dal viceministro Galeazzo Bignami vestito in maschera da nazista, con la sua foto strappata in Eurovisione. Coletta anche qui si è difeso: “Se un dirigente dovesse rispondere di tutto quello che succede in diretta, dovremmo dimetterci tutti. Quello che improvvisamente avviene in diretta non è controllabile. Per questo starei attento a mettere in mezzo il mancato controllo: credo che una cosa del genere non sia civile”.
Fedez aveva mandato un testo, poi l’ha cambiato all’ultimo minuto senza avvisare nessuno. Così come non aveva avvisato, anche se è sembrato sorpreso pure lui, del siparietto nell’ultima serata con Rosa Chemical che l’ha baciato passionalmente.
Sullo sfondo però, tutta la dirigenza Rai perché riflessioni sarebbero in corso anche sull’attuale ad della Rai, Carlo Fuortes, in carica dal luglio 2021 con il governo Draghi. Sanremo è finito, comincia la resa dei conti.