Saman Abbas, è il momento della giustizia: comincia il processo a Reggio Emilia

La Corte di Assise di Reggio Emilia ha temporaneamente separato la posizione di Shabbar Abbas, padre della diciottenne.

Saman Abbas - Foto di Ansa Foto
Saman Abbas – Foto di Ansa Foto

Processo Saman Abbas: oggi inizia il Corte di Assise il processo per i cinque familiari.

La giovane è stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato da chi doveva invece amarla e proteggerla. Imputati nel processo, lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Numanhulaq Numanhulaq, il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen, accusati di concorso in omicidio.

Associazioni e attivisti sono presenti fin dal mattino fuori dal Tribunale di Reggio Emilia, chiedendo giustizia per la diciottenne pachistana uccisa a Novellara nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021.

Al momento i genitori di Saman Abbas si trovano in Pakistan, Shabbar arrestato e la madre latitante. “Saman nel cuore e nelle lotte” si legge sullo striscione di Non una di meno. Altri intonano cori e chiedono giustizia per la giovane. Il cadavere della diciottenne è stato trovato a novembre in un casolare nei pressi di casa dopo un anno e mezzo di ricerche.

Diverse associazioni si sono costituite parte civile nel processo. Tra queste Penelope, Ucoii e Unione delle comunità islamiche italiane.

Separata la posizione del padre Shabbar Abbas

La Corte di Assise di Reggio Emilia ha temporaneamente separato la posizione di Shabbar Abbas nel processo sull’omicidio della figlia Saman. Per lui è stato disposto un rinvio al 17 febbraio per valutare la possibilità che possa partecipare in videocollegamento dal Pakistan al processo.

Saqib parte civile: il fidanzato farà una fondazione in nome di Saman

Probabilmente, dopo il procedimento sarà nuovamente unito agli altri quattro imputati. “Se fosse qui oggi Saqib direbbe: dei soldi non mi interessa niente, voglio giustizia”. Queste le parole di Claudio Falleti, che difende il fidanzato di Saman nel processo. “Costituirsi non è solo il risarcimento del danno, ma affiancare la Procura e le altre parti civili. Dobbiamo tutti insieme rivendicare giustizia non solo per Saman, ma per tutte le altre ragazze vittime di questi crimini. Se dovessimo ottenere un risarcimento, Saqib farà una fondazione a nome di Saman che aiuti tutte le altre ragazze”.