Oltre 5.000 i morti accertati del terremoto che ha devastato parte di Turchia e Siria domenica notte. Le scosse, di cui la più violenta era di magnitudo 7.9, hanno letteralmente raso al suolo pezzi interi di città e paesi in dieci province della Turchia e due della Siria. Il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi a sud-est del Paese. Almeno 3.649 le persone che hanno trovato la morte sotto le macerie nella penisola anatolica. “Uno dei più grandi disastri” della storia recente, lo ha definito lo stesso Erdogan su Twitter.
Un video girato dal balcone di un edificio mostra la devastazione del terremoto dall’alto. Interi palazzi crollati e macerie ovunque che invadono la strada. Allestite 54mila tende con 102mila letti per circa 5mila lavoratori del settore sanitario impiegati nei soccorsi. Il nord-est della Siria è stato risparmiato dal devastante sisma che, invece, ha raso al suolo intere zone della parte nord-occidentale del Paese arabo e della Turchia meridionale. Lo spiega all’Adnkronos Muhammad Hassan, funzionario del Dipartimento Relazioni internazionali dell’Amministrazione autonoma del nord-est della Siria, conosciuta più semplicemente come Rojava, regione ‘de facto’ autonoma sotto il controllo curdo.