
“Giù le mani dall’Africa! Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare”. Sono le parole di Papa Francesco atterrando a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo.
Lo sfruttamento, il colonialismo economico, le guerre, le migrazioni e la corruzione sono per il Pontefice, “un pugno nello stomaco”. Il Santo Padre ha dichiarato di essere arrivato in Africa “come pellegrino di riconciliazione e di pace”.
Dopo l’incontro con il presidente Felix Tsshsekedi Tshilombo, che nel 2013 era stato privato del suo mandato parlamentare per aver denunciato frodi elettorali, Francesco ha affermato: “Questo Paese immenso e pieno di vita, questo diaframma dell’Africa, colpito dalla violenza come da un pugno nello stomaco, sembra da tempo senza respiro”.
Papa Francesco in Congo: le parole sulle migrazioni
E ancora: “La Repubblica democratica del Congo continua a patire entro i suoi confini, migrazioni forzate e a soffrire terribili forme di sfruttamento, indegne dell’uomo e del creato”.
Lo sfruttamento
A proposito dello sviluppo sfrenato, Papa Francesco ha dichiarato che “così questo Paese, ampiamente depredato, non riesce a beneficiare a sufficienza delle sue immense risorse: si è giunti al paradosso che i frutti della sua terra lo rendano straniero ai suoi abitanti. Il veleno dell’avidità ha reso i suoi diamanti insanguinati. Non possiamo abituarci al sangue che in questo Paese scorre ormai da decenni, mietendo milioni di morti all’insaputa di tanti. Si conosca quanto qui accade”.