
Per molte famiglie italiane è stata una delle notizie più piacevoli del 2022 e per questo anche il governo Meloni ha deciso di continuare sulla stessa falsariga. Ci sarà ancora l’Assegno Unico, i beneficiari rimarranno gli stessi ma con alcune novità importanti.
La prima è legata all‘Isee. Perché chi aveva già fatto richiesta lo scorso anno non dovrà presentare una nuova domanda, se questa è stata accettata e i soldi sono arrivati. Però con l’Assegno Unico 2023 scattano anche aumenti in base al numero dei figli e dei requisiti stabiliti dalla legge di Bilancio.
Ecco perché, come ha chiarito anche l’Inps con una recente circolare, entro il 28 febbraio tutti i richiedenti dovranno comunque presentare un Isee aggiornato accompagnato dalla Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu). In caso contrario, da marzo arriverà solo l’importo minimo alle famiglie con un Isee superiore ai 40 mila euro annui o non identificato.
Non esiste ancora una tabella precisa con i nuovi importi, perché bisogna attendere il decreto ministeriale. Come previsto dalla relazione tecnica alla legge di Bilancio, in ogni caso l’aumento massimo sarà di 94 euro che scenderanno proporzionalmente in base all’Isee.
L’importo base passa tra 175 euro al mese, con Isee fino a 15 mila euro, e 50 euro (con un Isee pari o superiore a 40 mila euro o assente), per ogni figlio minorenne a carico. E poi ci saranno le maggiorazioni: 100 euro per i nuclei con quattro o più figli, ma anche y6tra i 25 e gli 85 euro in più per i figli tra i 18 e i 21 anni.
Assegno unico 2023, corsa contro il tempo: come funzionano gli aumenti e chi ne beneficia
Con l’Assegno Unico 2023 però scatta un problema in più, legato alle famiglie monogenitoriali. La legge prevede infatti un sostegno ai nuclei in cui entrambi i genitori abbiano un reddito da lavoro. Questo significa, soprattutto in presenza di figli piccoli, dover ricorrere a baby sitter, asili nido e altre spese.
L’articolo 4 riconosce quindi, nel caso in cui “entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro”, una maggiorazione per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili per chi ha un Isee inferiore a 15.000 euro”. E così dallo scorso novembre anche alle famiglie monogenitoriali è stato aumentato l’assegno.
Adesso però l’Inps ha deciso di riconoscere la maggiorazione in oggetto solamente ai nuclei in cui ci siano entrambi i genitori. E quindi potrebbe arrivare la richiesta di restituzione delle somme precedentemente erogate.
In ogni caso nuclei familiari che nel 2022 hanno chiesto l’assegno unico universale sono 5,6 milioni (con 9,1 milioni di figli) e una spesa di 11,6 miliardi di euro, per un importo medio di circa 146 euro a figlio. Adesso però arriveranno gli aumenti: per i nuclei con quattro o più figli a carico il 50% del valore precedente. Per quelli con almeno tre figli di età compresa tra uno e 3 anni, con l’Isee pari a 40 mila euro, incremento del 50% per ciascun figlio. Infine maggiorazione del 50%, sempre proporzionale all’Isee, per le famiglie con figli di età inferiore a un anno.
Le famiglie che non hanno mai presentato domanda potranno farlo entro il 28 febbraio 2023 online sul sito dell’Inps tramite credenziali Spid (di livello 2), Carta di identità elettronica (Cie) o carta nazionale dei servizi (Cns). Oppure dall’App Inps Mobile o attraverso e i servizi del contact center e degli istituti di patronato.