La pagina più nera del ‘900. Uno dei momenti più bui, in assoluto, del Ventesimo secolo e della storia moderna internazionale. L’olocausto è ormai scolpito nella coscienza collettiva come un monito: affinché una tragedia simile non si ripeta mai più nella storia dell’essere umano. Oggi, 27 gennaio, si celebra il giorno della memoria. Il giorno in cui, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz per liberarlo. Mettendo fine a uno sterminio che costò la vita a oltre 6 milioni di ebrei.
“Tutti coloro che dimenticano il passato sono condannati a riviverlo”, diceva Primo Levi. Ed è la frase con cui abbiamo deciso di firmare, idealmente, il video realizzato dal gruppo di OneMediaVideo che vuole ricordare questo momento così oscuro della storia umana. Anche l’Italia, così come l’intera comunità internazionale, ha istituito la giornata commemorativa del 27 gennaio in conformità alle decisioni intraprese dalle Nazioni Unite. La risoluzione fu infatti preceduta da una sessione speciale tenutasi il 24 gennaio del 2005 durante la quale l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti. Mettendo così fine alla vergogna dell’olocausto.
27 gennaio, giorno della memoria: una ferita nella memoria collettiva
Da allora, il giorno della memoria corrisponde al 27 gennaio. Quel giorno del 1945, le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nell’offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono proprio il campo di concentramento di Auschwitz. Uno dei simboli, forse il più truce e oscuro, della persecuzione dei nazisti contro gli ebrei. L’immagine dell’ingresso del campo ricoperto dalla neve, con la scritta “Arbeit Macht Frei” (“Il lavoro rende liberi”) a sormontarlo, è una di quelle foto che hanno segnato la Storia umana fin dagli albori. Immagine che non è possibile dimenticare, a maggior ragione in un giorno così carico di simboli come questo.