
Omicidio all’ora di pranzo. Un killer ha fatto irruzione all’interno di un ristorante di Melito di Napoli, periferia Nord del capoluogo, e ha freddato Vincenzo Nappi. Cinquantasette anni, boss di primo piano del clan degli scissionisti, che in quel momento era seduto a tavola per pranzare. Siamo all’interno della trattoria “Gaetano e Teresa”, nel pieno centro del paese che confina con Secondigliano e Scampia. In quel momento c’erano anche altri clienti che erano seduti ai tavoli. Il killer, incurante della cosa, ha estratto la pistola e ha sparato più volte verso Nappi. Il quale è morto sul colpo, mentre la gente fuggiva via terrorizzata dal locale.
Dopo l’omicidio, molti curiosi si sono radunati all’esterno del ristorante che si trova all’interno di un cortile. I carabinieri hanno effettuato i rilievi del caso fino all’arrivo dell’ambulanza che non ha potuto far altro che constatare il decesso di Nappi. I militari dell’Arma stanno ora indagando per stabilire l’esatta dinamica dell’agguato. Secondo il racconto di alcuni collaboratori di giustizia, sul capo di Nappi pendeva già una sorta di “condanna a morte” stabilita dai clan rivali dopo l’omicidio di Antonino D’Andò. Quando le due principali famiglie del clan, per l’appunto gli Amato e i Pagano, erano in guerra fra loro. Durante un summit di camorra si era deciso di vendicare D’Andò uccidendo un uomo di fiducia di Mariano Riccio. Si penso, per tale motivo, proprio a Vincenzo Nappi. Suo referente per il paese di Melito.
Melito, omicidio all’ora di pranzo. Il sindaco: “Chiediamo solo di poter crescere i nostri figli in una città sicura”
“Mi preme ringraziare le forze dell’ordine, che fanno un gran lavoro ma spesso risultano insufficienti per fronteggiare la criminalità”. Lo scrive, in una nota, il sindaco di Melito, Luciano Mottola, parlando dell’omicidio. In città, osserva il sindaco, ci sono “padri e madri di famiglia che chiedono solo di poter far crescere i propri figli in una città sicura. È proprio per loro che bisogna moltiplicare le forze e far trionfare l’unica legge che conosciamo, quella dello Stato”. Mottola infine ricorda quanto accaduto a settembre scorso, con l’uccisione di un docente nel cortile di una scuola. “Melito precipita di nuovo nel terrore per un omicidio messo a segno in pieno giorno, che fa tornare alla mente quanto accaduto lo scorso settembre. In quel caso il cortile di una scuola, in questo la sala di una trattoria: luoghi abitualmente frequentati da studenti e famiglie.”