
Smart working: una nuova proroga è in arrivo per i lavoratori fragili e quelli con figli fino a 14 anni. La novità varrà per il pubblico e per il privato ed è allo studio del governo, come conferma Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro.
Potrebbe far parte del decreto mille proroghe per la prevenzione contro il Covid-19 sul posto di lavoro.
Il diritto allo smart working scade il 31 dicembre e il governo è orientato a intervenire nei prossimi giorni, dopo un’interlocuzione con il Ministero della Pa.
Nel frattempo molte imprese hanno raggiunto accordi aziendali con i sindacati per disciplinare lo smart working. Prevedono generalmente due o tre giorni di lavoro da casa alternati con giorni in presenza.
Smart working: i numeri del Politecnico di Milano
Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, quest’anno in Italia ci sono stati 3 milioni e 570mila lavoratori da remoto e le previsioni per il 2023 contano una leggera crescita, raggiungendo i 3 milioni e 630mila dipendenti. Prima della pandemia lo smart working riguardava poco più di 500mila lavoratori.
Il rapporto Inapp: lo smar working aumenta la produttività
Secondo il report dell’Inapp (Istituto per le analisi politiche pubbliche), che ha intervistato oltre 15mila lavoratori e 5mila imprese, per il 66% dei datori di lavoro, lo smart working incrementa la produttività e consente un risparmio dei costi di gestione, specie per le piccole imprese.
Per il 72% dei datori di lavoro inoltre, lavorare da casa aumenta il benessere organizzativo e l’equilibrio vita-lavoro dei dipendenti. I punti negativi sono i rapporti tra colleghi e responsabili, l’aumento dell’isolamento e dei costi fissi.