
Caro-bollette: l’intervento più sostanzioso della manovra economica riguarda gli aiuti a famiglie e imprese per affrontare l’emergenza energia. L’esecutivo ha stanziato 21 miliardi di extra-deficit , cioè tutto il disavanzo aggiuntivo che aveva previsto e che farà alzare il rapporto deficit/Pil al 4,5% per il 2023.
“Come promesso la voce di maggiore spesa riguarda il caro-bollette, su 35 miliardi, 21 vanno al caro-energia. Ovviamente le due scelte fondamentali sono il credito di imposta per le aziende, li confermiamo e aumentiamo, e l’altra scelta fondamentale è per le famiglie: lo Stato interviene per calmierare le bollette, portiamo l’Isee a 15mila euro. La platea si allarga e la misura si concentra sulle famiglie più bisognose”, ha spiegato Giorgia Meloni in conferenza stampa durante la presentazione della manovra economica.
Caro-bollette: azzerati gli oneri di sistema
Nel primo trimestre 2023 ci saranno una serie di agevolazioni contro il caro-bollette per imprese e famiglie. Il governo conferma in manovra l’azzeramento degli oneri di sistema che servono a finanziare gli incentivi per le rinnovabili, il costo del servizio di fornitura gas per le imprese e il decommissioning del nucleare.
Costa circa 4 miliardi a trimestre. Viene confermato anche il bonus una tantum per i redditi bassi, calcolato su un Isee che sale da 12mila a 15mila, per pagare le bollette. C’è anche un intervento più generoso sotto forma di aliquota maggiorata per il credito di imposta destinato alle aziende energivore, che viene innalzato dal 40 al 45%. Per chi non lo è, l’aliquota sale dal 30 al 35%. La rateizzazione viene prorogata fino a 36 mesi per gli non riesce a pagare le bollette.
Scende lo sconto sui carburanti
Dagli attuali 30.5 centesimi di euro, lo sconto sui carburanti passerà a 18,3 centesimi. Sa dicembre sarà ridotto il taglio sulle accise su diesel e benzina. Le accise su quest’ultima passeranno a 578,40 euro fino al 31 dicembre, mentre quelle su oli da gas o gasolio usato come carburante (diesel) passeranno sempre fino al 31 dicembre, a 476,40 euro per mille litri.
“È vero che ora i prezzi sono a livelli ragionevli, peccato che lo siano grazie ai 30,5 centesimi in meno. Con la riduzione del taglio al 18,3 centesimi il prezzo della benzina in modalità self service supererebbe quota 1,8 euro, arrivando a 1,893 euro al litro, mentre il gasolio sfonderebbe addirittura la soglia dei 2 euro, raggiungendo i 2,035 euro al litro”. Così al Corriere della Sera Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Le rinnovabili
“Presenterò al Cdm una forma di proposta di price cap nazionale che riguarda il sistema delle rinnovabili. Significa mettere un tetto al prezzo dell’energia da fonti rinnovabili che non hanno un onere eccessivo di costo per la produzione, che determina un prelievo all’impresa qualora si superi l’importo di 180 euro al megawattora”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Una misura simile al tetto nazionale è il meccanismo di compensazione, che prevede un prelievo sugli extraprofitti che scattano quando l’energia rinnovabile è venduta a un prezzo superiore a circa 60 euro al megawattora. Il prezzo proposto da Fratin è lo stesso introdotto con un regolamento dal Consiglio Ue.
Gas: Iva resta al 5%
L’Iva sul gas resta decurtata al 5% per le utenze. Mentre si discute sulla necessità di costruire una corsia accelerata per le approvazioni regionali sulle aree idonee alle estrazioni di gas, portate da 12 a 9 miglia dalla costa nel decreto Aiuti 4. L’obiettivo della manovra è spingere la produzione nazionale di metano di oltre 2 miliardi di metri cubi già nei primi mesi dell’anno.
Confermata anche la rateizzazione delle bollette fino a 36 mesi.