Il racconto strappalacrime del campione italiano: “Ho avuto un tumore al cervello”

In diretta televisiva un campionissimo dello sport italiano ha raccontato la sua drammatica vicenda, che ha commosso tutti i presenti

Purtroppo sono sempre più frequenti i problemi di salute che attanagliano gli sportivi di tutto il mondo, campioni di ogni disciplina che devono fermarsi per giocare una gara ancor più importante e dura delle gare ufficiali.

tifosi
Tifosi scioccati (web source)

L’ultimo grande campione ad emozionare tutti i suoi tifosi e raccontare pubblicamente la propria vicenda è uno sportivo italiano. Un asso della scherma olimpica, disciplina che da sempre in Italia vanta moltissimi talenti.

Stiamo parlando di Paolo Pizzo, schermidore nativo di Catania che vanta un palmarès straordinario a livello internazionale. Due ori al Mondiale di scherma ed un argento olimpico durante i giochi di Rio de Janeiro 2016.

Paolo Pizzo si racconta ad Unomattina: “La mia battaglia al tumore vinta a 14 anni”

In questi giorni si parla spesso del sostegno alla ricerca medica, in particolare all’AIRC, l’associazione italiana che tenta le cure e le sperimentazioni per combattere i tumori di ogni genere.

Paolo Pizzo è uno dei testimonial più importanti, anche perché ha rivelato che la sua storia ha molto a che fare con questo argomento. All’atleta, quando aveva solo 14 anni, fu diagnosticato un tumore al cervello.

Paolo Pizzo testimonial dell’AIRC (web source)

Una battaglia difficile, durissima da affrontare. Ma Pizzo è riuscito ad avere la meglio del tumore grazie alle cure ed alla ricerca scientifica. Oggi, intervenuto ad Unomattina, ha pubblicamente ammesso nella chiacchierata con Massimiliano Ossini quanto sia stata dura.

“Quando ho avuto la diagnosi di tumore al cervello avevo solo quattordici anni. Nel momento in cui sono stato male, la ricerca contro il cancro mi ha permesso di affrontare la malattia nella maniera migliore e di venirne fuori” .

Oggi Paolo Pizzo è un campione nella vita e nello sport. Ha sconfitto il tumore con grande grinta e grazie all’appoggio della medicina. La mia battaglia più importante io l’ho vinta non sulla pedana. Ho avuto la fortuna di poter contare sulla ricerca che mi ha coperto le spalle, anche se ancora non conoscevo la sua importanza”.