Quirinale, Malan (Fdi) a iNews24: “I veti della sinistra precludono la possibilità di scelte condivise”

Il senatore di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, si dice convinto delle possibilità di Silvio Berlusconi nella corsa per il Quirinale: “Ha tutte le carte in regola, altrimenti non avremmo mai trovato un accordo”. Sul rischio di una contrapposizione con il blocco di centrosinistra, l’esponente di Fdi non ha dubbi: “Anche quando Renzi presentò la candidatura di Mattarella fu un muro contro muro”

Lucia Malan (foto da Facebook)

Onorevole, dopo il vertice di ieri possiamo dire che il centrodestra ha rotto gli indugi e chiesto ufficialmente a Berlusconi di candidarsi per il Quirinale.

“Sì, c’è stata una richiesta da parte dei leader del centrodestra di sciogliere la riserva e di rendersi disponibile alla candidatura”

Il presidente Berlusconi è convinto di avere i voti, ma lo è davvero anche il centrodestra?

“La convinzione effettiva la si avrà solo allo scrutinio. È sicuramente una candidatura possibile e ci sono tutti i presupposti per arrivare all’elezione, altrimenti posso garantire che non si sarebbe mai trovato un accordo senza una reale possibilità di successo”

Pd, M5s e Italia Viva si sono subito detti indisponibili a sostenere la candidatura di Berlusconi. Con queste premesse come può essere una scelta condivisa?

I veti precludono sempre la possibilità di scelte condivise. Ricordo che anche alle scorse elezioni presidenziali, il Pd guidato da Renzi presentò Mattarella senza alcuna condivisione precedente, rendendosi  poi disponibile ad accogliere i voti degli altri. Non possono dare lezioni di condivisione, anzi, direi che come maestri sono alquanto scarsini”

Quindi siete pronti ad arrivare anche al muro contro muro?

“Seguendo questo ragionamento anche il quarto scrutinio di sette anni fa fu un muro contro muro. Quando qualcuno sostiene un candidato e qualcun altro no, in democrazia funziona che a decidere alla fine è il voto”

Quirinale, la strategia del centrodestra

Silvio Berlusconi, foto @Ansa

Se alla fine Berlusconi non dovesse farcela, il centrodestra non rischierebbe di uscirne indebolito nella successiva fase di dialogo?

“Non si può non tentare di percorrere una via solo perché c’è il rischio di perdere. Noi partiamo dal presupposto di portare avanti una candidatura che ha tutte le carte in regola per essere vincente, quello che succederà dopo lo valuteremo volta per volta”

Esiste anche un piano B?

“Ieri è stato designato ‘il piano’, che è quello di votare Berlusconi. Se ci fosse un piano b significherebbe aver preso una mezza decisione, mentre invece la nostra è una scelta seria e convinta alla quale sicuramente Fdi terrà fede, cosi come le altre forze di centrodestra. Sappiamo che quei voti non sono sufficienti, ma crediamo che ci siano i presupposti per raccogliere voti anche oltre il nostro schieramento

Dove pensate di andare a pescare questi voti, al di fuori dello scouting intrapreso nei giorni scorsi da Sgarbi?

“Da singoli parlamentari che votano al di là delle indicazioni del partito. Parliamo di voti che possono essere di simpatia personale, di stima, oppure conseguenti a ragionamenti che valutano quella di Berlusconi come la soluzione migliore in questo momento. D’altronde non è che tutti possono pensare di votare per il proprio candidato ideale, altrimenti avremmo un centinaio di candidati con una decina di voti ciascuno”

E nel caso in cui si cercasse una convergenza sul premier Draghi?

“Ribadisco che il nostro candidato è Silvio Berlusconi”

Perché stato necessario diramare un secondo comunicato in cui viene ribadita la volontà di non toccare la legge elettorale?

“Perché le ipotesi di riforma della legge elettorale al momento sembrano orientate verso il proporzionale, e una riforma del genere tenderebbe a sciogliere quelle che sono le attuali coalizioni. A noi non interessa delle altre, ma la nostra è un’alleanza che va avanti da quasi trent’anni e che, oltre ad essere il capolavoro politico di Berlusconi, è anche patrimonio dell’intero centrodestra italiano. Qui le espressioni centriste e le sensibilità di destra hanno la loro casa comune, come per i repubblicani negli Stati uniti e per i conservatori britannici. Non un centrodestra diviso e ghettizzato come piacerebbe a qualcuno, ma una coalizione in grado di vincere e governare”