Scuola, Fioramonti a iNews24: “Monitorare i contagi in classe. Non vaccinerò i miei figli fino a quando non ci saranno dati certi”

"Si potrebbe, in casi di emergenza, stilare un protocollo di collaborazione tra le scuole e gli enti locali, o le associazioni, le organizzazioni non governative, che instituisca la figura di un volontario chiamato a mantenere l’ordine in classe mentre l’insegnante in quarantena fa lezione da casa".

Lorenzo Fioramonti
Lorenzo Fioramonti, ex ministro dell’Istruzione (Foto Getty)

Sono d’accordo con alcuni virologi che dicono che non vanno messi in quarantena i positivi asintomatici”. Ai microfoni di iNews24, l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, commenta la situazione delle scuole in vista dei rientri post Natale. 

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I presidi preferiscono la dad alle lezioni in presenza, mentre il Governo ha deciso per la scuola in presenza. Da che parte sta?
Capisco i dirigenti scolastici, sono spaventati. Purtroppo in questi due anni non è stato fatto quasi nulla per rafforzare la capacità della scuola di gestire i contagi. Le classi sono sempre numerose, le aule sono affollate, i trasporti sono quelli che sono. Nessuno dei problemi di due anni fa è stato affrontato. Per cui, di fronte a una variante che è più contagiosa anche tra i bambini, i presidi sono un po’ spaventati. Il Governo, dal canto suo, fa finta di nulla. Non potendo ammettere gli errori commessi nella scuola, deve far finta che non ci siano problemi. Io credo che invece li avremo”;

C’è qualcosa che non la convince delle nuove regole anti-contagio che coinvolgono le scuole dai nidi alle superiori?
Credo innanzitutto che sia un errore gigantesco distinguere a scuola tra vaccinati e non vaccinati, anche perché la vaccinazione tra i giovani richiede un certo livello di responsabilità. L’unica cosa che si può fare ora, e che si sarebbe dovuta fare già prima, è intervenire sulla messa in sicurezza delle aule scolastiche”;

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In che modo agirebbe se fosse ancora il ministro dell’Istruzione?
Non ragionerei come se la scuola fosse un ospedale. Metterei in campo tutte le misure non “farmacologiche” a disposizione. A esempio facendo un investimento con fondi pubblici per acquistare un apparato di sanificazione meccanica dell’aria da installare per ogni aula. In questo modo si ridurrebbe la trasmissione aerosol del virus e si eliminerebbe il problema delle finestre aperte quando fa freddo. Poi investirei sul potenziamento degli istituti per garantire lo scaglionamento opportuno e rafforzare il personale scolastico. Con più docenti infatti, i dirigenti potrebbero dividere i ragazzi in gruppi e si eliminerebbe il problema della classi pollaio, sempre che abbiano a disposizione gli spazi. Infine interverrei sui trasporti pubblici, scaglionando le corse e potenziandoli. E rimettiamo anche i dipendenti pubblici in smart working, in modo che i mezzi non siano affollati da lavoratori che possono svolgere le loro mansioni anche a distanza. Invece l’emergenza va avanti da due anni e nessuno di questi problemi è stato ancora affrontato”;

E cosa farebbe invece, per contenere i contagi in classe?
Il vaccino non elimina il contagio. Si dovrebbe riuscire a garantire un monitoraggio costante per fare in modo che nonostante i contagi, i bambini non si ammalino. Dovremmo cercare di capire come si sono contagiati e intervenire solo sui vulnerabili che rischiano la malattia grave. Sono d’accordo con alcuni virologi che dicono che non vanno messi in quarantena i positivi asintomatici”;

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Ha spesso espresso perplessità sulla vaccinazione ai bambini. Ha cambiato idea?
Io non ho vaccinato i miei figli e non li vaccinerò fino a che non arriveranno dati che attestino che la malattia si diffonde in modo grave tra i bambini. Ritengo che la vaccinazione ai minori di 12 anni sia molto delicata. Così come mi preoccupano gli effetti del Covid a medio e lungo termine, mi preoccupano quelli che non conosciamo del vaccino. Ovviamente se i rischi per i bambini dovessero aumentare, rimetterei in discussione il mio pensiero”;

Alcuni dirigenti scolastici in tutta Italia in questi giorni hanno fatto presente di avere poco personale per organizzare le classi. Tra chi non è ancora vaccinato con la terza dose o chi ha il Super Green pass sospeso perché positivo al tampone, il 10 gennaio alcune scuole rischiano di non avere personale docente e non.
A poche ore dal ritorno a scuola non so come si può risolvere un problema del genere, dal momento che non abbiamo assunto prima personale in più. Si potrebbe, in casi di emergenza, stilare un protocollo di collaborazione tra le scuole e gli enti locali, o le associazioni, le organizzazioni non governative, che instituisca la figura di un volontario chiamato a mantenere l’ordine in classe mentre l’insegnante in quarantena fa lezione da casa. In questo modo si salvaguarda il gruppo classe, i ragazzi non si sentono isolati a casa da soli e i docenti continuano a fare lezione se stanno bene. In questo modo si eviterebbero anche i problemi di connessione e della mancanza dei dispositivi tecnologici per seguire le lezioni. Ma abbiamo proposto queste cose già due anni fa. Più non preveniamo, più diventa difficile, nel giro di 48 ore, trovare soluzioni”.