De Falco (Gruppo Misto) a iNews24: “Migranti, ci sono strutture istituzionali che dovrebbero coordinare i soccorsi, ma non lo fanno”

Il senatore del Gruppo Misto, Gregorio De Falco, sottolinea come l’aumento degli sbarchi a Lampedusa sia avvenuto in contemporanea all’assenza delle navi delle ong: “Un elemento molto importante proprio per sfatare la narrazione della destra sul pull factor”. Duro il giudizio sulla guardia costiera libica, così come sul ruolo dell'Italia nelle operazioni di soccorso: "La Libia è il paravento delle responsabilità italiane"

Gregorio De Falco (Getty)

Il tema dell’immigrazione e l’emergenza che si è creata a Lampedusa, in seguito agli oltre 2000 arrivi in 24 ore, è tornato ad essere un tema di scontro anche politico.

“Innanzitutto c’è da dire una cosa molto semplice, che tutto questo è avvenuto nel momento in cui non c’è neanche una nave umanitaria in mare. Mi pare un elemento molto importante proprio per sfatare la narrazione della destra, secondo cui in presenza delle navi delle ong avverrebbe il famoso “pull factor”. Ecco, tutto ciò viene smentito dalla realtà, perché  in presenza di condizioni meteo favorevoli, e purtroppo a volte anche con il maltempo, questi disperati vengono messi in mare dai trafficanti, che ci siano o meno le ong”

La discussione riguarda anche in generale il tema dell’aumento degli sbarchi sulle nostre coste, 12.991 a fronte dei 4.184 registati nello stesso periodo dell’anno precedente.

“È evidente come il sistema di contenimento dei flussi migratori non possa funzionare in questo modo, perché parliamo di un fenomeno naturale che non può essere fermato, nemmeno delegando ad altri questo tipo di contenimento “poliziesco”. Immaginiamo di poter erigere un muro in mare: possiamo anche riuscire a fermare alcune onde, ma la corrente finirà  comunque per circondare il muro, fino ad arrivare a destinazione, finché quel muro non verrà poi abbattuto”

 Gli sbarchi a Lampedusa e le responsabilità della Libia

Immigrazione
Sbarchi (da Getty)

Secondo lei l’aumento degli arrivi negli ultimi giorni a cosa è dovuto?

“C’è sicuramente una fortissima pressione, ma forse c’è anche dell’altro. Questo aumento si verifica allorquando, solo pochi giorni fa, un pattugliatore “ex italiano”, ora in dotazione ai libici, ha sparato ad un peschereccio italiano. Se leghiamo insieme questi fatti, capiamo come i libici in realtà non stiano facendo altro che chiedere un aumento del prezzo, anche perché ora hanno anche altri interlocutori, e mi riferisco alla Turchia”

Il problema  dell’inaffidabilità della guardia costiera libica non è però una novità.

“Certamente, infatti solo pochi giorni fa è stato rimesso in libertà, con tutti gli onori del caso, Bija, il famoso ufficiale della guardia costiera libica (noto alle cronache grazie all’inchiesta di Nello Scavo –ndr). L’affermazione per cui, i libici che hanno fatto l’addestramento con la Guardia costiera in Italia, sarebbero migliorati sotto il profilo morale, come sosteneva qualcuno in Senato, è un’idiozia. La verità è che quello che è stato detto in parlamento, quando vennero rinnovati gli accordi con la Libia, è un’enorme sciocchezza. Quelle persone, quei miliziani, sono vicini ai trafficanti di esseri umani e il loro interesse è quello di mantenere florido questo mercato”

Per questo che la zona SAR libica continua ad essere inefficace?

La zona Sar libica è una finzione, creata dall’Italia su delega europea e di Frontex, ma dovrebbe essere gestita da un’organizzazione di soccorso. Ora, sapete qual è il nominativo radio di questa organizzazione di soccorso? Ve lo dico io, non esiste. Se un centro di soccorso non ha un nominativo radio, vuol dire che non può coordinare, e se non può coordinare, allora non esiste alcuna effettività per cui sia possibile riconoscere una qualche zona di responsabilità ai libici. La Libia è in realtà il paravento delle responsabilità italiane.”

 La polemica politica e il coinvolgimento di istituzioni statali

migranti crotone
Migranti (tpi.it)

Eppure quando si parla di ripristinare una missione di soccorso europeo, la politica continua a dividersi. Anche oggi infatti la Lega si è dichiarata contraria a qualsiasi coinvolgimento europeo in operazioni di soccorso in mare.

“Perché se facessimo una missione di soccorso europea, quelli lì, non avrebbero più niente da dire, ecco perché alzano gli scudi. Vogliono continuare a cavalcare il problema, perché sanno che è un argomento che ha presa facile su chi ritiene che il problema sia solo l’arrivo di queste persone, e non vuole approfondire il motivo per cui invece continuano a partire. Questo argomento, tra l’altro, è anche un ottimo modo per distinguersi all’interno della maggioranza e fare una continua campagna elettorale sulla pelle della gente. Ma il problema è che al di là della politica, adesso purtroppo si stanno coinvolgendo anche le strutture istituzionali dello Stato

A cosa si riferisce?

“Alle strutture istituzionali dello Stato che dovrebbero coordinare i soccorsi e invece non lo fanno. Si tratta di un dato nuovo, che si verifica solo da qualche mese, ma che purtroppo accadde già una volta: l’11 ottobre 2013, con il caso della nave Libra. Allora morirono 368 persone di cui molti bambini, mentre la nave italiana dirigeva su ordine, allontanandosi dal barcone che affondava. Fu proprio quel precedente che diede vita all’operazione Mare Nostrum. Ora, che la politica faccia queste schifezze è tradizione, ma questo coinvolgimento politico delle istituzioni è gravissimo ed è probabilmente irreversibile”

A proposito di coinvolgimento politico, a fine maggio il parlamento dovrà decidere se rifinanziare la cooperazione con la guardia costiera libica…

“Se finanzieremo ancora questa collaborazione, allora dovremo davvero essere pronti a vergognarci”