L’Iran ha appena approvato una legge che impedisce agli ispettori Onu di entrare nel paese e di incrementare il programma di arricchimento dell’uranio.
Il parlamento iraniano ha appena approvato una legge che sancisce la sospensione delle ispezioni Onu sui siti nucleari e la ripresa del programma di arricchimento dell’uranio al 20 per cento. Una percentuale di molto superiore al limite del 3,67 per cento che era stato stabilito in un accordo siglato nel 2015. Misure che potranno essere interrotte soltanto nel caso in cui entro due mesi gli Stati Uniti decidano di ritirare le sanzioni imposte al paese. Un provvedimento che nasce come “vendetta” per l’uccisione dello scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh avvenuta a Teheran e che il governo iraniano continua ad attribuire a Israele. Il Presidente Rouhani si è però dichiarato contrario a questa legge in quanto a suo parere contribuirà a danneggiare la diplomazia tra le due nazioni.
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Iran, la proposta di Biden al governo di Teheran

La legge è stata approvata nella giornata di martedì e ratificata ieri dal Consiglio dei Guardiani della Costituzione. E il messaggio è abbastanza chiaro. Se gli Usa non fanno un passo indietro, l’Iran tornerà ad arricchire l’uranio al 20 per cento, un passaggio fondamentale per la costruzione della bomba atomica. E adesso negli Stati Uniti, toccherà al nuovo Presidente Usa Joe Biden gestirà una situazione così complessa.
Biden è pronta a rientrare nell’accordo del 2015
Di recente Biden aveva dichiarato, in un’intervista concessa al New York Times che è disposto a rientrare nel precedente accordo negoziato sotto la presidenza Obama, e che Trump durante il suo mandato aveva revocato, a patto però che anche il governo di Teheran faccia lo stesso. Anche perché è lo stesso Biden a sottolineare che questa vicenda sta raggiungendo un livello di tensione tale da poter rappresentare un punto di non ritorno: “L’ultima dannata cosa di cui abbiamo bisogno in quella parte del mondo è un potenziamento della capacità nucleare”.
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