Coronavirus, violenze a Napoli: un rapporto della Dia aveva previsto tutto

Coronavirus, dopo le violenze a Napoli di questi giorni spunta un rapporto della Dia che aveva avvertito il governo su possibili infiltrazioni mafiose nelle proteste. 

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L’ombra della Camorra si staglia sulle proteste che si sono tenute a Napoli, e degenerate in veri e propri episodi di violenza, dopo l’annuncio ( poi rimandato) di un nuovo lockdown da parte del governatore della Campania Vincenzo De Luca. E se la forte connessione tra gli episodi di violenza di Borgo Santa Lucia e la mafia fosse già stata evidenziata da molti giornali nella giornata di ieri, spunta adesso un documento della Dia inviato al Ministro Lamorgese lo scorso luglio. Si tratta sostanzialmente di un report in cui la Dia fa il punto della situazione in Italia sullo stato di salute della varie organizzazioni criminali, creando anche un’apposita sezione che riguarda l’emergenza coronavirus e i vari modi in cui i clan mafiosi intendono approfittarne. E proprio in relazione alle proteste di questi giorni, in un passo del documento si legge che le organizzazioni criminali hanno tutto l’interesse a fomentare episodi di intolleranza urbana strumentalizzando la situazione di disagio economico per trasformarla in protesta sociale, specie al Sud”. 

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Coronavirus, cosa dice il rapporto della Dia

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Il report redatto dalla Dia mette poi in guardia dai possibili rischi a cui sono esposti i titolari di attività commerciali: La mancanza di liquidità espone molti commercianti all’usura, con un conseguente rischio di impossessamento delle attività economiche con finalità di riciclaggio e di reimpiego dei capitali illeciti  tra i più esposti si segnalano gli alberghi, i ristoranti e bar, i bed & breakfast, le case vacanze e attività simili, i centri benessere e le agenzie di viaggi”.

Una tesi questa, che era stata sostenuta qualche tempo anche dal capo della Polizia Franco Gabrielli che, in occasione di una riunione Europol sul legame tra criminalità ed emergenza sanitaria, aveva affermato che “in un momento in cui nel mondo c’è la necessità di forti immissioni di denaro per sostenere le economie in crisi e in cui molte aziende sono in difficoltà si creano le precondizioni per i criminali per andare al supermarket ed acquisire il controllo di aziende”.

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