Coronavirus, caso Trivulzio: si indaga su pazienti trasferiti prima di morire

Con il Coronavirus scoppia il Caso Trivulzio. I conti non tornano e partono le indagini su alcuni pazienti trasferiti prima di morire.

Coronavirus Trivulzio
Parte l’indagine sui pazienti trasferiti prima di morire (Foto: Getty)

L’epidemia da Coronavirus ha colpito soprattutto la Lombardia, con molti anziani che sono stati ricoverati nei reparti del Pio Albergo Trivulzio. Ma a sfuggire dalle statistiche e dal cotneggio dei morti sono stati soprattutto quei pazienti che sono stati trasferiti e sono morti negli ospedali della città. Ed è proprio questo dato che ha fatto scoppiare il caso Trivulzio.

Infatti molti familiari delle vittime milanesi, hanno sostenuto che molti dei loro cari sono stati contagiati proprio al Pio Albergo Trivulzio, denunciando il tutto alle autorità. A far esplodere il caso ci ha pensato l’ultimo paziente deceduto nella giornata di ieri dopo essere stata ricoverata lo scorso 11 febbraio. La paziente inn questione aveva 74 anni ed è solamente una delle vittime fantasma del Pio Albergo Trivulzio. Infatti in molti continuano a sostenere che il Trivulzio sia un centro di contagio.

Coronavirus, caso Trivulzio: i pazienti trasferiti

Caso Trivulzio
Una foto dell’ospedale Pio Albergo Trivulzio (via WebSource)

Così è esploso il caso Trivulzio. Molti pazienti dell’ospedale imputano alla struttura il contagio del Covid-19. Secondo i familiari delle vittime, una votla aggravata la situazione, la stessa struttura trasferirebbe i malati in altre strutture della società. Dopo le varie denunce dei familiari delle vittime, la Procura di Milano vuole vederci chiaro ed ha fatto partire l’indagine.

Durante quest’indagine, la Procura sta raccogliendo tutte le testimonianze dei familiari delle vittime fantasma del Trivulzio, recuperando le cartelle cliniche negli ospedali di destinazione e i referti medici, comprendenti i verbali di dimissioni, custoditi al Pat.

Tutto il materiale raccolto dalla Procura si andrà ad aggiungere al materiale raccolto dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano. I due corpi stanno infatti indagando all’inchiesta del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dei pm Mauro Clerici e Francesco De Tommasi. Inoltre, in ogni caso, come testimoniano le famiglie, la positività al virus è arrivata solamente dopo il ricovero all’ospedale.

Intanto la Guardia di Finanza continua a raccogliere le testimonianze di chi ha perso un proprio caro dopo il ricovero al PAT. Inoltre epr la Lombardia il rischio di contagio è ancora alto, così i finanzieri hanno chiesto ai denuncianti di inviare un file audio con la propria storia. Così facendo le indagini potranno subito partire, grazie a tutti i documenti raccolti dal Gdf e dalla Procura di Milano.

L.P.

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