Facebook, l’Antitrust conferma: “Il social network non può dirsi gratuito”

Pesante dichairazione dell’Antitrust. Infatti per il tribunale amministrativo, i dati degli utenti di Facebook sono una vera e propria moneta di scambio.

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Facebook, per l’antitrust il social non è gratuito (via Pixabay)

E’ arrivata la tanto attesa sentenza del Tar del Lazio, sul social network più usato al mondo, Facebook. Secondo l’Antitrust, infatti, il social non sarebbe affatto gratuito, con i dati personali degli utenti che sono considerati una vera e propria moneta di scambio.

Infatti tali dati farebbero guadagnare all’azienda di Mark Zuckerberg milioni e milioni di euro. Proprio per questo motivo il social non può considerarsi gratuito. Infatti grazie ai dati personali di chi usufruisce della F blu, l’azienda attira tantissime pubblicità, che si focalizzano sui gusti dei vari utenti. Ovviamente più sono le pubblicità cliccate, più sono i guadagni di Zuckerberg.

Inoltre il Tar del Lazio continua a far avanzare un dibattito che si sta ampliando nel tempo, secondo il quale i dati personali vengono considerati una vera e propria moneta di scambio. Inoltre i giganti della rete dovrebbero fare sempre chiariezza con i propri utenti, informando loro con precisione su come saranno trattati i loro dati personali.

Facebook, arriva la pesante multa dall’Antitrust

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Facebook, la multa pesante dell’Antitrust (via Pixabay)

Così con il pronunciamento del Tar del Lazio, all’azienda di Zukerberg arriva una multa di ben 5 milioni di euro.

Ma questo non è il primo provvediemento preso nei confronti del social. Infatti già nel dicembre 2018, l’azienda era stata sanzionata per due condotte scorrette, valevoli 5 milioni ciascuna. La prima condotta scorretta consisteva nell’indurre gli utenti ad iscriversi, grazie al banner che recitava: “è gratis e lo sarà per sempre“. Infatti con quella scritta Facebook non informava che gli utenti sono vera e propria fonte di guadagno per l’azienda, grazie alle pubblicità.

Annullata invece la seconda sanzione, sempre di cinque milioni. Infatti secondo questo provvedimento del Tar del Lazio, l’azienda era accusata di un “indebito condizionamento” nei confronti dei suoi utenti, i cui dati sarebbero stati trasmessi senza consenso ad altri siti web.

Dopo l’ultima sentenza del Tar del Lazio, il responsabile relazioni esterne Altroconsumo, Ivo Tarantino, ha commentato: “La sentenza di oggi è destinata a fare storia” – Tarantino ha poi continuato – “ora il tribunale ammetta la nostra class action contro Facebook. Sono già oltre 125mila i consumatori italiani che hanno aderito alla battaglia: risarcimenti subito“.

Tarantino ovviamente si riferisce al famosissimo scandalo denominato “Cambridge Analytica“, secondo il quale Facebook avrebbe abusato dei dati dei propri utenti, ottenendo un beneficio economico.  Per tale scandalo, Altro consumo chiede un “un risarcimento di 285 euro per ogni anno di iscrizione al social network”.

Anche il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, parla di un: “importante vittoria a tutela degli utenti, anche se dimezzata“.

Dona ha poi concluso il suo discorso affermando: “La sentenza ribadisce l’obbligo di dare all’utente un’informazione chiara e completa, per dare richiamo a eventuali usi per fini commerciali“.

L.P.

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