Non si ferma in Sicilia il terremoto che sta colpendo l’Anas (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade). Dopo Palermo gli arresti arrivano anche a Catania

Non si arresta il terremoto interno che sta colpendo l’Anas (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade). Infatti dopo gli arresti compiuti a Palermo, stavolta viene colpita la sede di Catania.
Arriva quindi il terzo episodio dell’inchiesta aperta dalla Guardia di Finanza, intitolata “Buche d’Oro“, ma stavolta ha ben poco a che fare con la manutenzione autostradale. Infatti svaolta le mazzette e gli appalti incriminati riguardano la gestione dell’area verde ai lati delle autostrade. Andiamo quindi a vedere quanti sono gli arresti messi in atto.
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Catania, sale il numero di arresti per mazzette e appalti

Dopo il capoluogo siculo, vene colpita nuovamente la Sicilia. Stavolta ad entrare nell’occhio del ciclone è la città di Catania.
Questa mattina, infatti, la Guardia di Finanza ha eseguito ben nove arresti. Sei di queste persone arrestate sono finite direttamente in carcere, mentre le restanti tre adesso sono agli arresti domiciliari. La pena che pende sul loro capo è corruzione perpetrata nell’esecuzione di lavori di rifacimento delle strade.
Questa volta i finanzieri hanno scoperto che mazzette e appalti erano garantite per la sostituzione di barriere guard-rail incidentate e nella manutenzione del verde lungo le arterie stradali. A firmare il provvedimento, ci ha pensato il gip del tribunale della città catanese, su richiesta richiesta della procura distrettuale.
La città di Catania, inoltre è la quarta città siciliana colpita nel giro di due mesi dallo scandalo di mazzette e appalti. Prima di lei erano stati eseguiti arresti a Palermo, Siracusa e Messina.
L.P.
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