Tajani: ‘Referendum al Nord non sono inizio stagione indipendentista’

epa06275552 Antonio Tajani, the President of the European Parliament, answers journalists’ questions as he arrives for an European People’s Party (EPP) leaders’ meeting ahead of the European Council meeting in Brussels, Belgium, 19 October 2017. EPA/STEPHANIE LECOCQ

Antonio Tajani, il presidente del Parlamento Europeo, in una intervista al quotidiano Il Messaggero è voluto intervenire, da europeista convinto, sui temi che stanno scaldando le pagine di tutti i rotocalchi europei (caso Catalogna) e Italia (caso Lombardia e Vento). Ecco le frasi più salienti di Tajani rispetto a questi delicati argomenti:

“In Spagna non si tratta di autonomismo. Ma di una proclamazione d’ indipendenza in spregio dello Stato di diritto e contro la Costituzione spagnola, che è frutto di un referendum illegale promosso in violazione delle regole dell’autonomia catalana. Ciò provoca un vulnus democratico. Anche perché i rappresentanti del referendum sono stati una minoranza rispetto alla popolazione catalana”.

Continua Tajani: “L’Europa deve temere la moltiplicazione delle piccole patrie. Certo che la deve temere. Perciò nessuno in Europa intende riconoscere la Catalogna come Stato indipendente. Anche Theresa May, in piena Brexit, ha detto che il Regno Unito non riconoscerà mai la Catalogna. Al di là di alcune scene che non ci sono piaciute nel giorno del referendum catalano, la Spagna è una democrazia che è stata costruita grazie all’ impegno di milioni di spagnoli”.

Tajani traccia le differenze tra il referendum catalano e quelli in Veneto e Lombardia: “Innanzitutto, questi due referendum sono legittimi, mentre quello catalano non lo era. E poi il referendum catalano era per l’ indipendenza, mentre quelli di Lombardia e Veneto sono consultivi e per chiedere più autonomie. Guai, comunque, a interpretare questi due referendum odierni come l’ inizio di una stagione indipendentista. Guardiamo la Spagna. E’ per la sua storia uno Stato unitario, con tante autonomie, con tante popolazioni diverse che parlano anche lingue diverse. Ma sono uno Stato unitario. L’ unione della patria e anche l’ unione della più grande patria europea”.

“Non è ammainando la bandiera nazionale – sottolinea – che si rinforza la bandiera europea. Noi siamo europei perché siamo italiani. L’ Europa, che in sessant’ anni ha garantito pace, prosperità, libero mercato e libera circolazione delle persone, ci ha insegnato che la costruzione di muri porta soltanto iatture. Noi italiani non dobbiamo dimenticare qual è la nostra identità”.