Appalti e corruzione, arrestato il sindaco di Altamura

Il sindaco di Altamura, in provincia di Bari, Giacinto Forte, è stato sottoposto agli arresti domiciliari da militari della Guardia di Finanza (Nucleo di polizia tributaria) nell’ambito di uno dei due filoni di indagine condotte dalle Fiamme Gialle e dai carabinieri di Gioia del Colle, con il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, su alcuni episodi di presunta corruzione nel settore delle procedure di affidamento, mediante appalto, di opere pubbliche. I provvedimenti cautelari (due ordinanze separate) sono stati emessi dal gip del tribunale di Bari. Coinvolti imprenditori, tecnici comunali di Acquaviva delle Fonti, Castellana Grotte e Altamura.

Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, spiegano gli investigatori “sono stati accertati comportamenti corruttivi di pubblici ufficiali ed alterazione delle procedure di affidamento di opere pubbliche nel settore degli appalti”.

Il primo provvedimento, eseguito da militari della Compagnia dei carabinieri di Gioia del Colle, è stato emesso nei confronti degli imprenditori Salvatore Fatigati, Tomaso Procino, dei tecnici comunali Marco Cuffaro, Vito Raffaele Lassandro, tutti ai domiciliari, dei tecnici-progettisti Antonello Zampiello, Giovanni Francesco Boscia e Nicola Valerio Lamanna (per lui obbligo di dimora). Nell’inchiesta un tentativo di corruzione per favorire un’associazione temporanea di imprese interessata ai lavori di recupero del teatro comunale di Acquaviva delle Fonti. La dazione di denaro, non accettata, era di 5 mila euro (con ulteriore promessa di 10-20 mila euro). Ci sono anche due episodi di presunta turbata libertà della gara d’ appalto indetta dal Comune di Acquaviva.

Il secondo provvedimento è stato eseguito congiuntamente da militari del Comando Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e dai Carabinieri della Compagnia di Gioia del Colle e ha interessato Bertin Sallaku, Roberto Ottorino Tisci (per entrambi è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere), Michele Fatigati, Giacinto Forte e Giuseppe Cisternino con applicazione per questi ultimi della misura degli arresti domiciliari.

Le condotte oggetto di contestazione hanno riguardato la presunta istigazione alla corruzione – con la dazione, non accettata ed oggetto di denuncia ai militari dell’ Arma, della somma di 2.000 euro e la promessa di ulteriore corresponsione di denaro (“dieci/quindicimila euro”) – posta in essere, in tempi diversi, “da Sallaku, amministratore/gestore di Besa Costruzioni s.r.l., e da Tisc quale intermediario/agevolatore delle illecite condotte, nei confronti del vice-sindaco del comune di Acquaviva delle Fonti per indurlo a favorire l’indicata società nella aggiudicazione della gara d’ appalto per i lavori di ‘ampliamento dell’ impianto per il riutilizzo a fini irrigui delle acque reflue licenziate dal depuratore di Acquaviva delle Fonti’, intervento ammesso al finanziamento della Regione Puglia per l’ importo di 2.000.000 euro e per il quale era imminente la pubblicazione del bando”.

Inoltre è contemplata nell’inchiesta la presunta dazione a Forte, sindaco di Altamura, della somma in contanti di 15.000 euro da parte di Sallaku e di Fatigati, con la complicità di Tisci, quale atto di corruzione per indurre il pubblico ufficiale a favorire Besa Costruzioni srl nell’aggiudicazione di gare d’ appalto in procinto di essere indette dal comune di Altamura, tra le quali quella relativa ai lavori di “riutilizzo a fini irrigui delle acque reflue affinate licenziate dal depuratore a servizio dell’abitato di Altamura”, intervento al quale il comune era stato ammesso con riserva del finanziamento da parte della Regione Puglia. La dazione della somma sarebbe stata eseguita il 28 marzo scorso all’ interno della sede sociale di Besa Costruzioni srl, in Altamura, dove Forte si sarebbe recato insieme al collaboratore Francesco Tota.