Morte Liliana Resinovich, la Procura chiede l’archiviazione: fu suicidio

Gli avvocati di Sebastiano Visintin, marito della donna: "Valuteremo se chiedere approfondimenti".

Liliana Resinovich - Foto di Ansa Foto
Liliana Resinovich – Foto di Ansa Foto

Secondo la Procura della Repubblica di Trieste, Liliana Resinovich non è stata uccisa, ma si è suicidata. Per questa ragione ha chiesto l’archiviazione del caso della 63enne scomparsa a dicembre 2021, ritrovata morta il 5 gennaio.

Secondo le indagini condotte dalla Squadra mobile della Questura di Trieste coordinate dal pubblico ministero, la donna si è allontanata intenzionalmente da casa e sempre intenzionalmente avrebbe messo fine alla sua vita. “Un esame ragionato dei complessivi risultati dell’indagine – i soli con la quale la Procura della Repubblica, ovviamente, è tenuta a confrontarsi – non consente altre ipotesi, e dunque non legittima le illazioni arbitrarie e fantasiose germogliate qua e là nel gorgo mediatico che ha avviluppato questa vicenda e dal quale questo ufficio s’è doverosamente tenuto lontano”, si legge nel comunicato stampa della Procura.

La ricostruzione dei fatti operata nella richiesta di archiviazione appare completa ed esauriente”. La Procura non ha dubbi quindi, e spiega che il suo “dovere istituzionale” è “l’accertamento della commissione di reati in danno” di Liliana, “non quello di ricostruirne in dettaglio ogni attimo degli ultimi giorni di vita, una colta escluse sia avvenuta segregazione contro la sua volontà sia la sussistenza di altre condotte lesive in suo danno a opera di terzi”.

Non si conosce la data della morte di Liliana Resinovich

Non si conosce la data della morte della donna. Sebbene le circostanze inducano “a supporre” che sia avvenuta nello stesso giorno della sua scomparsa, oppure che, al contrario Liliana sia “rimasta nascosta un paio di settimane” mettendo “fine alla propria vita solo pochi giorni prima del ritrovamento (come fa propendere la consulenza medico legale”. 

I legali del marito: “Valuteremo se chiedere approfondimenti”

Gli avvocati di Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, hanno fatto sapere: “Condividiamo le conclusioni della Procura della Repubblica di Trieste, sulla cui attività investigativa non abbiamo mai dubitato. Ci riserviamo di leggere tutti gli atti del fascicolo per valutare eventualmente con l’ausilio di nostri esperti, se e in quali termini le conclusioni possano necessitare di ulteriori approfondimenti”.