
Aumento dell’assegno delle pensioni minime e Quota 103: queste le novità sul fronte pensioni previste dalla prima manovra economica del governo Meloni, approvata ieri sera dal Cdm e presentata questa mattina, martedì 22 novembre, in conferenza stampa.
“Abbiamo anche deciso di aiutare le pensioni minime. Rivaluteremo tutte le pensioni, ma con una percentuale diversa”. Le minime “saranno valutare non del 100% ma del 120%, quindi l’aumento maggiore lo avranno quelle”. Lo ha spiegato in conferenza stampa la premier Giorgia Meloni.
Accontentati tutti i partiti
I partiti che appoggiano la maggioranza si dicono soddisfatti dopo una lunga trattativa volta a difendere i provvedimenti “di bandiera”.
Forza Italia rivendica l’aumento delle pensioni minime da circa 523 euro a circa 600. Anche le istanze della Lega sono state accolte, soprattutto Quota 103, che prevede di andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi versati.
Quota 103 valida solo per il 2023
Tuttavia si tratta di una soluzione ponte, valida solo per il 2023, in attesa di una rivoluzione del sistema pensionistico italiano volto a superare la Legge Fornero.
Si valuta la possibilità di recuperare altre risorse tagliando la rivalutazione delle pensioni all’inflazione per gli assegni più alti.
Differenze tra Quota 102 e Quota 103
Quota 103 prenderà il posto di Quota 102 che scade il 31 dicembre. Mentre quest’anno i lavoratori potevano andare in pensione anticipata con 64 anni di età e 38 di contributi, dall’anno prossimo potranno farlo con 62 anni e 41 di contributi versarti.
La platea potenziale di chi potrebbe andare in pensione in anticipo diminuisce a 48mila lavoratori, per una spesa di circa 750 milioni. Lo scopo è limitare la spesa al requisito dei contributi.
Opzione donna
Cambia anche Opzione donna, che permette alle lavoratrici con almeno 35 anni contributi di ottenere un trattamento pensionistico con requisiti ridotti. Verrà prorogata di un anno e verrà legata al numero di figli. Si va in pensione a 58 anni con due o più figli, a 59 se si ha solo un figlio e a 60 se non ne hanno.
L’incentivo del 10% per restare al lavoro
Previsto anche un incentivo, pari a una decontribuzione del 10%, per chi, raggiunti i requisiti per la pensione, decide di restare al lavoro.