Era un martedì mattina, ore 7:59 sul fuso orario di Boston. Il volo American Airlines 11 decolla dall’aeroporto internazionale di Logan. Ancora nessuno immaginava che tre quarti d’ora dopo, alle ore 8:46, sarebbe avvenuto l’attentato terroristico più grave dell’era contemporanea. L’aereo, dirottato da cinque terroristi appartenenti ad al Quaida, si schianta contro la Torre Nord del World Trade Center di New York. Circa un quarto d’ora dopo, alle 9.03, un altro aereo piomba sulla Torre Sud mentre le telecamere dei media di tutto il mondo sono collegate per la diretta. Era l’11 settembre 2001. Sono passati vent’anni. Ma il ricordo delle 2.977 vittime è ancora forte.

Immagini impressionanti, che raccontano le vite spezzate di chi era sugli aerei e di chi si trovava nelle torri. C’era chi, per sfuggire alle fiamme che invadevano ormai ogni angolo, si lanciava nel vuoto da un’altezza impressionante. Un terrore subdolo e opprimente, che da quelle immagini si trasferiva sui testimoni e sugli spettatori incollati davanti al televisore. I terroristi avevano raggiunto il loro scopo: l’orrore in diretta. L’Occidente colpito nella sua quotidianità, in una mattina qualsiasi di un giorno qualsiasi, che da allora diventerà tristemente iconico.
I drammatici momenti del dirottamento e dei soccorsi

I terroristi presero il controllo degli aerei in pochi minuti, utilizzando spray urticanti e lacrimogeni. Alcuni passeggeri e assistenti di volo furono accoltellati; qualcuno ucciso prima ancora dello schianto, come il comandante del volo 11 John Ogonowski. Le testimonianze provengono dalle telefonate che alcuni passeggeri e assistenti di volo riuscirono a effettuare poco dopo il decollo. Una delle assistenti di volo, Betty Ong, comunicò all’American Airlines che i terroristi avevano bloccato l’accesso in prima classe utilizzando i lacrimogeni. Una testimonianza che, a riascoltarla oggi, mette i brividi.
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All’interno delle Torri Gemelle del WTC, al momento degli schianti, erano presenti circa 17mila persone. Di queste, 2.606 trovarono la morte, fra cui 411 soccorritori. Nello spazio oggi definito Ground Zero è sorto il memoriale per le vittime. In ricordo di quei momenti che hanno ridefinito totalmente il concetto stesso di sicurezza negli Stati Uniti e in Occidente. Un momento in cui l’America si è sentita vulnerabile come mai nella sua storia, messa di fronte all’orrore di attacchi pianificati in ogni minimo dettaglio, persino mediatico. Un giorno che oggi, 11 settembre 2021, è scolpito ancor di più nella memoria.