
Le foto pubblicate da Oscar Camps, (il fondatore dell’ong Open Arms), che mostravano i corpi senza vita di un bambino e due donne sulla spiaggia di Zuwara, hanno riacceso i riflettori su quella che, purtroppo, sembra essere una tragedia senza fine lungo la rotta centrale del Mediterraneo. Perché avete scelto di pubblicarle?
“Sono immagini che, come spesso accade, ci sono state inviate da persone che vogliono denunciare questa situazione. Sono immagini drammatiche e come ogni volta ci siamo posti il problema se pubblicarle oppure no. Questa volta però abbiamo ritenuto opportuno farlo, perché è importante che si veda e si sappia ciò che sta accadendo. Nell’ultimo weekend in mare c’erano moltissime imbarcazioni, come succede ormai da due mesi a questa parte, quando le condizioni meteo migliorano e le partenze aumentano. Il problema però è che quando non ci stanno navi umanitarie in mare, non c’è nessuno che può testimoniare e raccontare quello che accade. Basti pensare che, ancora oggi, non sappiamo nulla di quelle persone nelle foto, né chi fossero, né su quale imbarcazione fossero partiti. Si tratta di uno dei tanti naufragi di cui non si sa nulla e questo credo sia emblematico di quella che è la storia del Mediterraneo degli ultimi anni: una storia di omissione di soccorso, naufragi e vittime, uomini donne e bambini”
Eppure in parlamento si sente ripetere spesso, soprattutto a destra, che l’unico modo per fermare queste tragedie è bloccare le partenze.
“Non è assolutamente vero, anzi, queste morti sono la testimonianza di quanto sia falsa questa narrazione. Questa è esattamente la strada che hanno tentato di percorrere i governi europei in questi ultimi anni, e cioè finanziare stati illiberali, per far sì che bloccassero le partenze. Eppure, nonostante la montagna di soldi che sono stati dati alla Libia, alla Turchia e al Marocco, queste persone continuano a fuggire. In questo modo l‘Europa sta consegnando a questi Stati un’arma di ricatto potentissima, il tutto sulla pelle di migliaia di esseri umani”
Le responsabilità europee negli accordi con Libia Turchia e Marocco

Quindi è anche un problema diplomatico?
“Ma certo. Anche i duemila arrivi della scorsa settimana a Lampedusa, cosi come quelli di qualche giorno fa a Ceuta sono l’esatta dimostrazione di come queste persone vengano in realtà sfruttate ed utilizzate come un arma di ricatto verso l’Europa. Dovrebbe essere chiaro a tutti che, quando si decide consapevolmente di finanziare dei dittatori, il risultato non può che essere questo”
In Europa, considerando solo i 27 membri Ue, siamo circa mezzo miliardo di persone. Quest’anno tra Italia, Grecia e Spagna , sono arrivate meno di trenta mila migranti, eppure si continua a parlare di emergenza.
“È vero, stiamo parlando di numeri bassissimi, infatti la maggior parte delle migrazioni avvengono proprio all’ interno del continente africano e in realtà sono pochissimi quelli che riescono ad arrivare in Europa. Stiamo parlando di un numero esiguo di persone che sarebbe facilmente gestibile dall’Europa, basterebbe avere la volontà politica di farlo, e rispondere all’emergenza organizzando una struttura di soccorso in mare a livello governativo. Poi, ovviamente, bisognerebbe anche evitare che le persone rischino la vita tentando di attraversare il mare, quindi, come ripetiamo da anni, è necessario creare dei canali di ingresso legale in Europa. Non parliamo di nulla di irrealizzabile, basta solo volerlo. In questo momento invece, l’unica risposta continua ad essere l’esternalizzazione del controllo delle frontiere, uno strumento che non impedisce a migliaia di persone di continuare a morire nel tentativo di raggiungere le nostre coste”