Le guide turistiche: “Ripartire in estate? All’estero l’Italia non è considerato un Paese sicuro”

Riaperture sì, riaperture no. Da quando, il 16 aprile, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato in conferenza stampa il ritorno della zona gialla e il graduale programma di riapertura delle attività commerciali messe in ginocchio dal Covid, il discorso pubblico italiano è polarizzato su queste posizioni. Se per negozi d’abbigliamento, bar, ristoranti, cinema, teatri e palestre sembra quindi aprirsi uno spiraglio, esistono d’altro canto settori che galleggiano ancora nell’incertezza: come quello delle guide turistiche.

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Gli scavi dell’antica città di Velia, in Campania

Sembra un paradosso: in Italia, Paese “turistico” per eccellenza, non esiste ancora un piano di rilancio del settore. Nemmeno negli annunci. Questo è almeno ciò che traspare dalla comunicazione istituzionale: nel comunicato stampa rilasciato sempre il 16 aprile, il Ministero della Cultura parla di riapertura dei cinema, dei teatri e delle sale da concerto. Senza fare menzione alcuna per le aree archeologiche, per i musei e per tutte quelle attività che riguardano il lavoro delle guide turistiche. Dal Ministero del Turismo, scorporato da quello della Cultura proprio per decisione del governo Draghi, tutto tace ugualmente.

“La situazione di quest’anno sarà probabilmente ancora più grave di quella dell’anno scorso – dice ai microfoni di iNews24.it Daniela De Vincenzo, referente Uiltucs Campania (Unione Italiana Lavoratori Turismo Commercio e Servizi – L’Italia, all’estero, non viene percepita come luogo sicuro. Per questo: una ripresa non può essere stabilita sulla carta da un giorno all’altro, va programmata.” E a tal proposito “siamo già fuori tempo”, ci dice Maria Caiazzo, altra referente di Uiltucs.

“Isole Covid free? Bisognerebbe prima vaccinare tutti quelli che provengono dalla città”

La Corricella di Procida

A ciò si aggiunge il paradosso, secondo Susy Martire (presidente dell’Associazione Guide Turistiche della Campania) che probabilmente “Molti italiani sceglieranno di andare all’estero, proprio come è successo a Pasqua. Se non si riapre la mobilità fra regioni sarà tutto inutile.” Chi ancora oggi è impossibilitato ad andare a Jesolo, per fare un esempio, ma può tranquillamente recarsi alle Canarie, con tutta probabilità sarà incentivato a farlo. Alcune proposte di rilancio del settore sono state avanzate: come quella della Regione Campania di creare isole “Covid Free”: vaccinazioni di massa a Capri, Ischia e Procida per incentivare gli arrivi: “Ma non parliamo di isole sperdute nel Mar Egeo – precisa Caiazzo – sono luoghi che fanno parte di un’area densamente inurbata come quella di Napoli. Chi lavora in estate a Capri, Ischia o Procida non è, in generale, uno che abita lì. Quindi che senso ha dire ‘vacciniamo tutti’ sulle isole se poi i lavoratori stagionali vengono da Napoli?”